Andrea Illy: il rilancio parte dall’Expo
CHRISTIAN BENNA. Mini euro, petrolio low cost e fame (globale) di prodotti di alta qualità. Tutto è pronto e apparecchiato per il «neo-rinascimento» italiano, una nuova stagione di crescita per un paese che ha finalmente «l’opportunità» di uscire dal tunnel dalla crisi e di riprendere il volo. Parola di Andrea Illy, amministratore delegato di Illy Caffè e presidente della Fondazione Altagamma, che però avverte: «lo scenario è molto promettente, ma questa volta non ci è concesso sbagliare, perché condizioni così favorevoli non si ripeteranno tanto presto».
Servono quindi riforme per sostenere lo sviluppo di quei settori – come il lusso e il turismo – trainanti per il nostro tessuto produttivo, e la capacità di creare robuste sinergie per vincere sui mercati internazionali. Il 2015 sarà l’anno dell’Expo a Milano, dove Illy Caffè è sponsor ufficiale, un test per verificare la capacità di accoglienza turistica. Per Illy, che chiuderà il bilancio 2014 ancora in crescita, sarà l’anno per un’ulteriore fase di espansione internazionale, dove sono in cantiere circa 40 aperture.
Andrea Illy è reduce dal Forum economico di Davos, dove i segnali «positivi per il Made in Italy sono stati molteplici». Non solo per il gran numero di presenze, tra imprenditori e politici italiani, ma soprattutto per l’atteggiamento di fiducia espresso dagli investitori e rappresentanti delle istituzioni estere nei confronti del nostro paese. «L’Italia – dice Andrea Illy – è una superpotenza della cultura e della bellezza. E su questi due pilastri dobbiamo ritrovare la strada di quello che io chiamo il neo-rinascimento italiano». L’allentamento monetario della Banca Centrale Europea e il costo ridotto del greggio consentiranno poi al sistema paese di rafforzarsi nelle esportazioni di prodotti di alta qualità.
Per far comprendere le potenzialità del Made in Italy, Andrea Illy ricorre alla fotografia del mercato del lusso: nel 2014 sono stati spesi, a livello globale, 755 miliardi di euro. E questo non è che un assaggio. Il numero di consumatori di prodotti e servizi dell'alto di gamma è previsto salire, entro il 2012, a 465 milioni, per oltre mille miliardi di spesa totale. Sono i dati che emergono dallo studio True luxury global consumer insight realizzato da Boston consulting in collaborazione con la fondazione Altagamma e presentati negli scorsi giorni a Milano.
Tra i fattori che si confermano al centro dell’attenzione dei consumatori di prodotti di alto di gamma c’è la provenienza dei beni acquistati; il “made in Italy” è in testa a tutte le classifiche di preferenza, con l’eccezione degli orologi, dove la Svizzera conserva il primato, e delle automobili, in cui primeggia la Germania. Insomma in vetta a questa valanga di denaro (che vale il 50% del Pil nazionale) c’è proprio l’Italia. Secondo le stime di Altagamma, gioielli, orologi e pelletteria guideranno la crescita degli acquisti di lusso per la persona, in aumento del 4,7% ogni anno, mentre le spese per hotel e viaggi saliranno del 6,7% l’anno. «Questo è il nostro campo di gioco, dove il Paese esprime le sue eccellenze. Il mondo ha fame dei nostri prodotti.
E oggi abbiamo anche la fortuna di poter contare su mini euro e minori costi di energia. Insomma è un’occasione unica di sviluppo, da non perdere». Per agganciare la stagione di ripresa, l’Italia ha bisogno di fare un salto di qualità anche nelle riforme.
A partire dal lavoro. E in questa caso l’articolo 18 c’entra poco. «Abbiamo una disoccupazione giovanile che naviga a livelli insostenibile, otre il 40%, ma allo stesso tempo, la nostra industria del lusso fatica a trovare artigiani e professionisti. Per troppo tempo abbiamo lasciato responsabilità nella formazione alle regioni, così come nel turismo: i risultati sono stati pessimi. Dobbiamo ripensare il tutto e puntare su coordinamento nazionale per sviluppare nuove strategie che facciano incontrare domande e offerta».
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