Andranno a processo a Fiume nove “datoleri” abusivi
FIUME. Saranno processati a Fiume i nove istriani accusati di estrazione e commercializzazione di datteri di mare, mollusco bivalve che da più di vent'anni è protetto in Croazia da leggi molto severe. L'Uskok, l'Ufficio croato per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, ha sollevato l'atto d'accusa al Tribunale regionale di Fiume contro Cedomil Boži„, 63 anni di Umago, Drazen ‹ur›evi„, 44 anni di Pola, Ksenija Makovec (56) di Umago, Mirko Kreši„ (53) di Carsette, Veselin Anastasijevski (47) di Buie, Jordan Ambroži„ (48) di Sissano, Milorad Marinkovi„ (69) di Pola, Ser›o Ivini„ (52) di Valbandon e Branislav Mihajlik (52 anni) di Pola. Sono accusati di associazione a delinquere, finalizzata a pesca e commercializzazione di specie tutelata e di distruzione di risorse naturali. Un'accusa che appare più che giustificata in quanto sono in ballo addirittura 569 chili di "datoli", estratti abusivamente nelle acque istriane e successivamente venduti a ristoratori della vicina Slovenia. In base a quanto scoperto dagli investigatori dell'Uskok, i nove "datoleri" agivano in maniera bene organizzata, con addentellati in Slovenia che garantivano loro profumati guadagni. La mente di questo traffico di molluschi risponde al nome dell'umaghese Cedomil Boži„, accusato di avere messo in piedi la banda e di averla fatta agire nel periodo tra giugno e la fine di settembre dell'anno scorso. Il meccanismo era oliato per bene e prevedeva che della pesca si occupasse Drazen ‹ur›evi„. Questi aveva inoltre ingaggiato i vari Ambroži„, Marinkovi„, Ivini„ e Mihajlik, in grado di tirare fuori più di mezza tonnellata di datteri in quattro mesi. Dopo la pesca, i molluschi venivano presi in consegna da Boži„ che li portava personalmente in Slovenia, compito che spettava anche alla Makovec, a Kresi„ ed Anastasijevski. Nel vicino Paese c'erano proprietari di ristoranti che - previo accordo - acquistavano i datteri, pagandoli a 40 euro al chilo.
Andrea Marsanich
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