Ancora acqua calda dai rubinetti «Vogliamo indietro i soldi»

Gli abitanti del villaggio Roma hanno avviato una petizione contro il Cafc Alcuni residenti pronti a realizzare un pozzo in base al Regio decreto del ’33



Acqua calda d’estate e gelata d’inverno. Troppo per gli abitanti del villaggio Roma che ora rivogliono indietro i canoni pagati dal 2012 a oggi. Il Cafc assicurava di aver abbassato la temperatura dell’acqua del rubinetto portandola a 16-17 gradi, ma così non è stato: l’acqua continua a uscire a 27-28 gradi. Nella vicina Agenzia 1 (località Arsa) addirittura a 28,2 gradi.

I circa 200 abitanti (più una quarantina dell’Agenzia 1) pensano a un’azione più incisiva per ottenere una soluzione al problema: visto che il presidente del Cafc ha confermato la miscelazione dell’acqua verrà avviata una petizione da allegare alla mozione che il consigliere Mareno Settimo porterà in consiglio comunale per chiedere al sindaco Roberto Fasan di attivarsi al fine di obbligare il Consorzio acquedotto Friuli centrale a restituire le quote pagate dai cittadini del Villaggio Roma e della Località Arsa (Agenzia 1) per il servizio di acquedotto dal 2012 a oggi.

È questo il dato più significativo emerso all’assemblea pubblica tenutasi mercoledì sera al Villaggio Roma, in cui dalle testimonianze degli abitanti viene evidenziata una situazione insostenibile: l’acqua calda in estate che non è possibile utilizzare per uso potabile diventa gelata in inverno aumentando i costi energetici per scaldarla.

Verrà chiesto al Consorzio di realizzare un nuovo pozzo per alimentare la rete locale: in mancanza di questo intervento si inviterà il Cafc a togliere i contatori e tornare al conteggio forfettario. Intanto, si procederà con l’autocertificazione quotidiana delle temperature dell’acqua al rubinetto, l’invio delle misurazioni al Comune e la loro pubblicazione sui social. Settimo nel suo intervento ha evidenziato che il Cafc ha abbassato la temperatura utilizzando acqua fresca dopo aver aperto le valvole dell’acquedotto e scaricato ettolitri sulla strada. Questo, ha aggiunto il consigliere, senza spiegare dove prelevi l’acqua per il raffreddamento visto che il pozzo disponibile è chiuso dal 2012 essendo fuori norma. Nel corso dell’incontro Settimo ha ripercorso tutta la vicenda legata all’impianto cioè dal 2012 a oggi. Significativa la testimonianza di Amerino, fortemente preoccupato anche per la salubrità dell’acqua potabile. E poi di Claudio Scaini che ha auspicato un’azione forte da parte della gente.

Su consiglio dell’ambientalista Paolo De Toni, alcuni cittadini stanno pensando di realizzare un proprio pozzo ricorrendo al Regio decreto 1775/33, ancora in vigore, in cui il cittadino, previa comunicazione al Comune, può estrarre l’acqua liberamente dal sottosuolo per uso domestico, abbeveramento degli animali e innaffiamento orti e giardini. —



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