Anche il Canale di Panama contro le malattie tropicali

A costruirlo ci avevano provato i francesi alla fine dell'Ottocento, ma erano stati fermati da malaria e febbre gialla, che avevano mietuto oltre 22mila vite. Fu soltanto la scoperta che queste malattie sono trasmesse dalle zanzare che consentì, tra il 1904 e il 1914, la costruzione dell'originario Canale da parte del governo degli Stati Uniti

TRIESTE In cima a una collina vicino alla città di Colon ammiriamo il nuovo Canale di Panama, inaugurato meno di un anno fa. La visione è maestosa: un gigante del mare cinese con 8000 container si impegna nelle tre vasche di riempimento che portano il livello dell'acqua all'altezza di quella dell'Oceano Atlantico. Accostare un simile gioiello ingegneristico a un traguardo del genio umano è concetto ovvio. Ma non va dimenticato che il Canale rappresenta anche un importante successo della medicina contro le malattie tropicali.

A costruire un canale che congiungesse Pacifico e Atlantico ci avevano già provato i francesi alla fine dell'Ottocento, ma erano stati fermati dopo 8 anni di lavori e 235 milioni di dollari buttati da malaria e febbre gialla, che avevano mietuto oltre 22mila vite.

Fu soltanto la scoperta che queste malattie sono trasmesse dalle zanzare che consentì, tra il 1904 e il 1914, la costruzione dell'originario Canale da parte del governo degli Stati Uniti. William Crawford Gorgas, ufficiale sanitario dell'impresa, spese più di 20 milioni di dollari per coprire con il kerosene tutte le zone con acqua stagnante e distribuire chinino ai lavoratori.

Ma le malattie dell'affascinante giungla del Centro America non si fermano a malaria e febbre gialla. Anche a Panama è endemica la leishmaniosi, un problema che mette a rischio 350 milioni di persone in 88 Paesi tropicali del pianeta. È dovuta a un protozoo che viene trasmesso all'uomo dai pappataci, piccoli moscerini che succhiano il sangue; una volta entrata nell'organismo, la leishmania si replica a livello della cute o delle zone mucose, causando piaghe che non guariscono, o negli organi interni, diventando spesso mortale. La terapia è largamente inefficace e causa gravi effetti collaterali.

Nel 2015, la gran parte dei membri di una spedizione archeologica in un altro paese dell'America Centrale, l'Honduras, alla ricerca di una città pre-colombiana perduta nella giungla, contrassero la malattia e molti ancora lottano per guarirne. Racconta la storia di questa spedizione Douglas Preston nel suo nuovo libro "The lost city of the monkey god", in testa alla classifica degli e-book del New York Times.

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