Anche i sacerdoti contro la Casta «Stipendi che offendono i poveri»

TRIESTE
Cancellare i privilegi e intervenire sui costi della politica. Iniziando dai compensi «sproporzionati rispetto agli stipendi della gente comune». Quello della Chiesa non è solo un richiamo alla sobrietà, ma anche all’etica. Al senso di servizio. Alla vicinanza al prossimo. Alla politica per la gente e non per il potere. Altrimenti la sfiducia tra la casta e i cittadini «sarà sempre più profonda». Chi parla però non è la Chiesa ufficiale. I vescovi del Fvg preferiscono tenersi fuori. Bocche cucite pure dai preti più vicini alle curie. A loro è imposto il massimo silenzio: la bufera Malnati-Moncini, a Trieste, ha scosso l’ambiente.
Massimo riserbo, dunque. Ma la povertà bussa alle porte delle sacrestie e i sacerdoti di parrocchia se la trovano in faccia. La diseguaglianza «tra chi ha troppo e chi invece ha poco è enorme». E quando all’apice di quella diseguaglianza siedono loro, i politici, «i primi da cui dovrebbero arrivare risposte» è difficile star zitti. Don Mario Vatta da decenni lavora a fianco degli ultimi e ha molto da dire. «I cittadini sono stufi di vedere gente che guadagna cifre spropositate. E poi compensi così alti per quali risultati? Vedo esponenti politici in Parlamento e in Consiglio regionale che non portano alcun vantaggio per il cittadino. Pensiamo all’ immigrazione: quanto accade è scandaloso. Servono provvedimenti per i poveri, le famiglie, il precariato».
Don Silvano Latin, ora parroco dei Ss. Giovanni e Paolo di Muggia, è un altro nome noto. Direttore del settimanale diocesano Vita Nuova dall’81 al ’97, è stato addetto stampa dei vescovi Bellomi e Ravignani dall’81 al 2008. «Noi uomini di Chiesa – premette – non abbiamo niente da suggerire alla politica. Come cittadino sono comunque d’accordo con chi chiede un sacrificio a chi ha di più. La sensazione è che non si voglia sfiorare i super-ricchi, nel frattempo noi dalle parrocchie avvertiamo una povertà crescente». Don Alessandro Cucuzza accusa la politica «di riempirsi la bocca di annunci, senza mai metter mano ai privilegi». Da poco parroco di San Luca a Trieste, insegnante di Filosofia al seminario di Udine e all’Istituto di Scienze religiose del capoluogo giuliano, don Alessandro allarga la riflessione: «La gente è stanca, si sta pregiudicando la democrazia in un Paese che comunque si interessa di politica, e ciò è stato evidente nella grande partecipazione all’ultimo referendum sull’acqua, nucleare e legittimo impedimento. Anche la Chiesa ha un ruolo – aggiunge – deve risvegliare l’interesse dei giovani alla partecipazione». Don Valerio Muschi, responsabile della pastorale giovanile di Trieste e parroco della Chiesa dei Ss Andrea e Rita si richiama alle parole del Pontefice. «Benedetto XVI – ricorda – nella sua prima enciclica Deus Caritas Est, citando San’Agostino, ha detto che la politica si deve ispirare al diritto dei deboli, oppure diventa un grande ladrocinio. Concetto che il Papa ha ribadito in questi giorni nel suo intervento al Parlamento tedesco». Il tema sta a cuore a don Pierluigi Dipiazza, responsabile del Centro Balducci di Zugliano. «La crisi della politica – commenta – è causata anche dalla separatezza in nicchie di potere. Ridurre i costi comporta un ridimensionamento del numero di coloro che vi sono oggi impegnati, dai parlamentari ai consiglieri regionali, adeguato ai compiti effettivi e all’efficacia degli interventi. Servono persone appassionate, guidate dalla giustizia, impegnate in una politica che non solo amministra ma anche orienta e interpreta i processi sociali».
Andrea Bellavite, sacerdote sospeso “a divinis” dopo la sua candidatura a sindaco di Gorizia, e ora in corsa alla primarie del centrosinistra, appoggia la campagna del Piccolo “dimezziamoli”. «Sì – osserva – ho firmato perché i costi della politica devono essere abbattuti, ma garantendo la democrazia. Si devono abolire subito i privilegi mi chiedo, ad esempio, perché un consigliere regionale che abita a Gorizia prende un rimborso spese per l’auto pari allo stipendio di un operaio?».
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