Anche Gradisca riconosce il Milite Ignoto come suo concittadino, restano le polemiche
TRIESTE. Il suo corpo in realtà venne rinvenuto. Eppure entrò ugualmente nel registro ufficiale dei dispersi. Il motivo? Duplice. Combattè con uno pseudonimo di guerra e la sua salma, seppure recuperata, non venne riconosciuta a causa di un bombardamento che distrusse il cimitero che la ospitava. Sono aspetti poco conosciuti della vicenda riguardante Antonio Bergamas, il soldato irredento nato da madre gradiscana, la cui sorte ha condotto all’individuazione del Milite Ignoto, simbolo di tutti i dispersi della Grande Guerra.
A raccontarli è il Quaderno 4 del Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, che ricostruisce il percorso che cent’anni fa portò all’individuazione della gradiscana Maria Maddalena Blasizza quale madre designata a scegliere fra le salme dei caduti senza nome quello che li avrebbe rappresentati all’Altare della Patria. «Sembrava più significativo – spiega la pubblicazione – se la donna fosse stata la madre di un disperso irredento». Ovvero la storia di Bergamas, che lasciò l’uniforme asburgica per arruolarsi nel 1370 Reggimento di fanteria “Barletta” con il nome di guerra di Antonio Bontempelli.
Il 17 ottobre del 1916, il giorno prima di morire, si offrì volontario per guidare un attacco: sosteneva che in quanto irredento spettasse a lui l’onore di giungere per primo ai reticolati nemici. Durante l’assalto venne colpito a morte. Al termine del combattimento in tasca al giovane venne rinvenuto un pezzo di carta: «In caso di mia morte avvertire il sindaco di S. Giovanni di Manzano, cav. Desiderio Molinari». L’unica persona cui era noto che Bontempelli non era altri che Bergamas.
La salma venne rinvenuta e sepolta al cimitero di guerra delle Marcesine che, successivamente, fu bombardato. Il che non permise più il riconoscimento delle sepolture. Da quel momento Bergamas risultò ufficialmente “disperso” e venne idealmente “riconosciuto” dalla madre Maria Blasizza, in rappresentanza di tutte le madri italiane, nel corso della cerimonia alla Basilica di Aquileia. La donna si accasciò davanti ad una delle 11 salme presenti.
Sul tema intanto a Gradisca si infiamma il dibattito politico. Dall’opposizione Claudio Verdimonti attacca la maggioranza. «Solo a fine luglio, quando 3 mila Comuni italiani si erano già attivati, Gradisca si è decisa a concedere la cittadinanza al Milite Ignoto, estendendola a sua madre. Considerando che entrambi sono gradiscani era lecito attendersi di più. Non risulta siano ancora state programmate altre iniziative per ricordare uno dei simboli della coesione nazionale. Sarebbe triste se, così come accaduto in occasione del Centenario della Grande Guerra, anche in quest’occasione Gradisca pur avendo le carte in regola restasse emarginata per incapacità progettuale e mancanza di volontà di dialogo con altri Comuni», osserva il capogruppo dei Cittadini. —
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