Anche Gorizia ricorderà il 12 giugno il termine dell'occupazione jugoslava

Lo stabilisce una delibera approvata oggi, martedì 9 giugno, dalla giunta comunale, sulla stessa scia di quanto fatto a Trieste
Bumbaca Gorizia Municipio facciata
Bumbaca Gorizia Municipio facciata

GORIZIA. Non solo Trieste. Da quest'anno anche Gorizia ricorderà, ogni 12 giugno, la giornata in cui, nel 1945, terminò l'occupazione della città da parte delle truppe titine.

Via libera in giunta alla festa del 12 giugno a Trieste: «Fu la liberazione dall’occupatore titino»
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Lo stabilisce una delibera approvata oggi, martedì 9 giugno, dalla giunta comunale, (sulla stessa scia di quanto fatto a Trieste), che estende così l'elenco delle commemorazioni che attingono dalla storia locale, tra cui quelle del 27 marzo 1946 (per le manifestazioni volte ad affermare l'identità italiana di Gorizia) e del 3 maggio 1945 (in ricordo delle deportazioni e delle uccisioni perpetrate nell'ambito dei 40 giorni di occupazione jugoslava), nonché del 19 luglio 1915 (Battaglia del Podgora), dell'8 agosto 1916 (presa di Gorizia) e, tornando al secondo conflitto, del 16 settembre 1947 (definitiva assegnazione di Gorizia all'Italia).

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«All'elenco di queste ricorrenze abbiamo aggiunto la data del 12 giugno 1945 - ha spiegato il sindaco Rodolfo Ziberna -, che corrisponde alla vera liberazione di Gorizia. Mentre il resto d'Italia, infatti, si era già liberata dal giogo delle dittature totalitarie, Gorizia sarebbe stata di lì a poco occupata dalle truppe dei partigiani del maresciallo Tito, il quale com'è noto intendeva occupare la Venezia Giulia, Gorizia e Trieste.

La nostra città per più di quaranta giorni, a guerra finita, ha subito la deportazione di oltre 650 persone che avevano l'unica »colpa« di poter rappresentare un ostacolo alla realizzazione delle velleità annessionistiche del maresciallo Tito». Il 12 giugno ci sarà un momento solenne al parco della Rimembranza: il sindaco e il prefetto Massimo Marchesiello deporranno un omaggio floreale ai piedi del lapidario che ricorda le deportazioni avvenute a guerra finita

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