Analisi del sangue al San Polo di Monfalcone, «ormai serve quasi un mese»

MONFALCONE Un mese dalla prenotazione all’esito del referto. Troppo, pur se si tratta di un esame del sangue di routine. E così il paziente si guarda intorno e, alla fine, con o senza rammarico opta per un servizio privato. È quanto sta constatando, in questo caso sì con afflizione, il Tribunale per i diritti del malato, l’organismo venuto alla luce nel 1980 da una costola di Cittadinanza attiva e ch’ebbe tra i padri fondatori il figlio di Aldo Moro, Giovanni. In città il Tdm lavora ininterrottamente almeno dagli anni Novanta, prima all’ospedale vecchio di via Rossini ora al primo piano dell’edificio A del San Polo, stanza 124, dove la mole di lavoro è sempre in formato extra large. E resta un osservatore attento della sanità pubblica, che pungola ma sempre in un’ottica di miglioramento dei servizi a beneficio collettivo.
«Riceviamo in questi giorni – spiega il presidente del Tribunale per i diritti del malato – diverse segnalazioni sugli esami del sangue: l’utenza registra venti giorni di attesa per l’espletamento del prelievo dal momento in cui si instaura la richiesta e poi otto giorni lavorativi per la risposta. In tutto un mese». Prima dell’emergenza Covid-19 era sufficiente presentarsi allo sportello del Cup, corrispondere il ticket e accedere all’area di prelievo. Chiaramente la pandemia, con lo stop ad alcune prestazioni non urgenti o essenziali durante il lockdown, ha comportato una serie di arretrati da smaltire in tutti i settori della sanità, compreso per esempio quello dei test per la diagnosi precoce di alcune forme tumorali, particolarmente incidenti sulla popolazione (cancro al collo dell’utero, al retto, alla mammella). E dunque è facile immaginare che i ritardi siano conseguenti la ripresa delle attività, che devono necessariamente dare risposta pure a quella fetta di utenza che nel periodo di “congelamento” degli ospedali non ha potuto svolgere esami, interventi o visite programmate.
C’è tuttavia da precisare, e Trani lo fa, che le attese per quanto riguarda il Laboratorio «non riguardano gli esami urgenti o con priorità», che vengono effettuati in tempi congrui. «L’effetto di questa situazione – sottolinea il presidente del Tdm – è che molte persone si stanno rivolgendo alla Salus o comunque a laboratori di analisi privati, dove molto spesso capita che si effettui il prelievo la mattina e magari il referto sia pronto già nel pomeriggio». Trani si chiede come possa esserci un «divario così grande tra sanità pubblica e privata». C’è da dire che sul San Polo gravita un bacino di pazienti che si estende dalla Bassa Friulana fino a Duino Aurisina.
«È chiaro – prosegue – che l’ospedale monfalconese raccoglie un flusso maggiore di utenza, ma in questo periodo il ricorso ai laboratori esterni sta aumentando significativamente e non vorremmo che ciò avvenisse a discapito della struttura regionale. È un peccato, anche per la qualità del servizio offerto, che l’utenza abbandoni il servizio pubblico, che agli occhi del Tribunale per i diritti del malato rappresenta un bene collettivo da tutelare sempre».
Dallo scoppio all’emergenza Covid-19 i prelievi al centro di Monfalcone vengono programmati su appuntamento. Questo, in ottemperanza alle disposizioni ministeriali e aziendali, nell’ottica di evitare assembramenti. Una quarantina i posti accessibili dalle 7.30 alle 9, fatte salve le urgenze e i tao, per la coagulazione.
Per effettuare gli esami di laboratorio e i prelievi del sangue è necessario recarsi al San Polo con l’impegnativa del medico curante presentandosi agli appositi sportelli, negli orari previsti, per effettuare la registrazione degli esami, la stampa delle etichette e per l’eventuale pagamento della prestazione, se non si è esenti. La prenotazione può essere svolta al Cup di Monfalcone dal lunedì al venerdì dalle 9 alle ore 19. —
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