An e Udc: ha fatto bene. Dubbi di Fi e Lega

Ma tutto il centrodestra è concorde sull’esito post-voto: «Vinceremo comunque»
TRIESTE
An e Udc dicono «ben venga l’election day». Forza Italia parla di «scorrettezza politica e istituzionale». La Lega Nord contesta apertamente il giorno unico per politiche, regionali e amministrative: «Non è così che si risparmia in politica», osserva il commissario regionale del Carroccio Manuela Dal Lago. La Cdl, oggi a Udine per un altro vertice sul programma, si divide sulla mossa a sorpresa di Riccardo Illy ma mantiene le certezze ritrovate: «Vinceremo comunque». Ad approvare la scelta di Illy sono dunque, apertamente, solo An e Udc. Del resto erano stati proprio i finiani domenica, nel giorno della visita a Udine del presidente nazionale, a sollecitare, con il consigliere regionale Paolo Ciani, le dimissioni del governatore per favorire l’election day.


«Noi non cambiamo idea – commenta il segretario Roberto Menia –: Illy ha fatto bene, in primis per il fattore risparmio. Troppe schede in provincia di Udine? Il gioco può valere la candela». Giovanni Collino ironizza: «Con chi correrà Illy: Intesa, la Cosa rossa o il Pd di Veltroni?». E ancora: «Illy sa che la Cdl è in vantaggio di dieci punti e ha deciso di abbreviare l’agonia». Ma poi riconosce la coerenza del presidente «che ha sempre accorpato le elezioni quando possibile». Anche l’Udc prende atto con soddisfazione. «Lo abbiamo sempre sostenuto – ricorda Angelo Compagnon –: l’election day è una scelta nell’interesse dei cittadini. Dopo di che è stata la solita “illyata”: una decisione per puro interesse personale». Per Roberto Antonione le dimissioni di Illy sono «una scelta di carattere tecnico e non politico, che può essere condivisa anche se ci sono delle controindicazioni. Proprio Illy aveva rilevato che gli elettori udinesi si ritroveranno in mano un numero di schede elevatissimo».


Mentre Isidoro Gottardo critica il metodo. «A parte la contraddizione con ciò che aveva affermato fino a ieri – afferma il coordinatore regionale azzurro –, il presidente si conferma ancora una volta scorretto sul piano politico e istituzionale venendo meno a quell'impegno che aveva assunto di decidere la data dopo aver sentito la conferenza dei capigruppo. Ancora una volta – prosegue – le sue azioni sono frutto di un calcolo personale. Ma ha fatto male i conti se pensa di prenderci in contropiede». Anche la Dal Lago non si preoccupa: «Questa mossa non ci mette certo in difficoltà». Dopo di che l’election day non piace: «Queste dimissioni sono state preconcordate con Romano Prodi, ma si tratta di una grave scorrettezza verso i cittadini: per tanto tempo si è dibattuto sulla non opportunità di mettere insieme i due tipi di consultazioni, per consentire agli elettori di maturare in serenità il proprio voto. La sovrapposizione avrà un indirizzo politico, e questo non permetterà una valutazione tranquilla». Il risparmio? «Non è così che si riducono i costi della politica. L'unico effetto sarà impedire agli elettori di scegliere in serenità il miglior candidato».


Alessandra Guerra, invece, non commenta. «Attendo martedì, in Consiglio, le spiegazioni della maggioranza». Oggi, intanto, la Cdl si ritrova a Udine nel pomeriggio per l’insediamento del tavolo programmatico, alla presenza anche del presidente del comitato tecnico-scientifico di Liberidea Edi Snaidero. E’ giunto il momento di accelerare pure sull’indicazione del candidato? «Penso proprio di sì», dice la Dal Lago. «Entro la prossima settimana», aggiunge Menia. Tocca a Tondo? «Per noi va bene», chiarisce il segretario regionale di An. Marco Ballico

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