Amputato di una gamba l’Inps gli toglie l’invalidità

di Roberto Covaz
La giusta lotta ai falsi invalidi condotta dall’Inps porta alla luce un caso clamoroso a Gorizia. Solo che questa volta si tratta di una beffa a un invalido vero, purtroppo.
Elvis, 31 anni, disoccupato, moglie con lavori saltuari e un figlio di sette mesi, da un anno a questa parte ha una protesi al posto di parte della gamba sinistra. Gli era stato diagnosticato un sarcoma sinoviale, un tumore maligno dei tessuti molli. I sanitari le hanno tentate tutte ma alla fine hanno dovuto amputargli la parte inferiore dell’arto. Poi è cominciato il calvario della chemioterapia.
Nel gennaio di quest’anno gli viene riconosciuto lo stato di invalidità civile al cento per cento, ma senza il diritto all’accompagnamento. Percepisce gli arretrati dal febbraio del 2010. Si iscrive al collocamento mirato, ma davanti a lui c’è una fila infinita di invalidi che cercano lavoro. Marito invalido, moglie disoccupate e piccino devono vivere con la pensione di invalidità di 270,25 euro al mese. Non si può vivere così, Elvis non vive così. Resiste grazie all’aiuto della Caritas e di altri benefattori.
Ma il peggio deve ancora arrivare per questo uomo ancora giovane. Spiega Elvis: «L’altro ieri, dopo due visite mediche davanti a una commissione sono stato riconosciuto dall’Inps normale e mi è stata revocata la pensione. Non contenti, vogliono anche che gli restituisca i 270 euro di novembre, più il mese di dicembre, con 254 di tredicesima che devo ancora prendere. Preciso che nonostante il parere dei medici, io non sono normale, sono invalido e per tutta la vita dovrà portare questa protesi, senza la quale non posso fare le seguenti cose: tenere in braccio mio figlio, portargli un biberon, portarmi un piatto di pasta dalla cucina al tavolo e soprattutto ho difficoltà nel fare la doccia, poiché devo saltellare su una gamba sola per lavarmi e sono già scivolato diverse volte, facendomi male».
Tra le altre cose Elvis non si è ancora abituato alla protesti. La regge al massimo per qualche ora al giorno, poi deve sfilarsela. Così non può lavorare, ammesso che per lui ci sarà mai un posto. Vogliamo essere precisi anche a costo di passare per cinici: Elvis non ha solo raccontato la sua storia ma ci ha anche mostrato le prove di quanto stava dicendo. La protesi c’è, eccome.
Ora per Elvis si apre la tortuosa strada dei ricorsi, dei penosi passaggi davanti ad altre commissioni mediche, dell’ansia di sopravvivere nella consapevolezza di essere abbandonato dalle istituzioni. Soprattutto, di essere nelle condizioni di dover dimostrare che non sta barando.
C’è poi il problema della tutela legale: Elvis dove può mai trovare un avvocato che l’accompagni se non ha un euro?
Il giovane ha uno sguardo fiero e non pietisce carità. Ha un pezzo di lega metallica al posto di una gamba. Se non è invalido, cos’é?
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