Amped, alta tecnologia per agenti, Ris e 007: il software anticrimine ora è made in Trieste

Da piccola start up a realtà globale unica in Italia, vende sofisticati programmi per l’elaborazione delle immagini a uso investigativo
Elisa Coloni

TRIESTE. Il suggerimento di un compagno di università. Una tesi di laurea. E un’idea trasformata in business. Il risultato? Un’azienda innovativa da primato, perfetta per una serie televisiva poliziesca. Grazie alla Amped srl c’è la firma di Trieste in tutti i grandi casi giudiziari italiani, quelli in cui riuscire a identificare un volto o leggere la targa di un’auto, in una foto o un filmato, può rappresentare la svolta in un’indagine.

Questa impresa innovativa di nicchia si trova all’interno di Area Science Park a Padriciano e produce dei sofisticati software per l’elaborazione delle immagini e dei video a uso forense investigativo, di pubblica sicurezza e di intelligence: vengono acquistati e usati dalle forze dell’ordine e dalle principali agenzie forensi, militari e governative, italiane ed estere. In Italia è l’unica realtà a offrire questo tipo di soluzioni. In tutto il mondo, non ce ne sono più di cinque. Di fatto, quindi, ogni volta che al Ris di Parma piuttosto che nelle sezioni investigative di altri corpi di polizia si passa al setaccio un’immagine, per ottenere prove e risalire ai responsabili di un crimine, si utilizza un software made in Trieste. E non solo. Esiste anche un programma per riconoscere le immagini manipolate.

L’attività di questa azienda si sviluppa su due livelli: la vendita della licenza dei software e l’organizzazione di corsi di formazione, perché programmi così complessi richiedono competenze specifiche che gli investigatori italiani e stranieri vengono ad acquisire direttamente a Padriciano.

L’Amped è stata fondata ed è guidata da un ingegnere elettronico triestino, Martino Jerian: dà lavoro a 25 persone, delle quali 15 a Trieste e 10 all’estero, tra Usa, Regno Unito, Polonia e Spagna. Poco meno della metà sono donne, e tutti sono giovani, con un’età compresa tra i 20 e i 40 anni. Sono seduti alle scrivanie con gli occhi puntati sugli schermi dei pc, con addosso maglietta e felpa nera “griffata” Amped, come un vero e proprio team. «Non è che le indossiamo proprio sempre eh... Più che altro per le fiere o per qualche evento, come questo tra l’altro», commenta sorridendo Jerian.

Oltre alla divisa smart, decisamente adatta a un ambiente giovane e poco ingessato, le tazze personalizzate: «Ormai è diventata una tradizione. Ogni nuovo arrivato, in occasione del primo Natale in azienda riceve la tazza, con il suo nome e una frase ad hoc di mia invenzione, una cosa tipica dell’umorismo da ingegneri», commenta divertito, e autoironico, Jerian.

Il fondatore e ceo di questo piccolo gioiello tecnologico racconta gli esordi: «Di fatto tutto è nato da una collaborazione tra l’Università di Trieste e i Ris, ai tempi in cui, nel 2006, ero studente di Ingegneria elettronica e stavo preparando la tesi di laurea, assieme al relatore, il professor Sergio Carrato - spiega Jerian -. Un suo ex tesista era stato chiamato al Ris di Parma per il servizio di leva e si era reso conto che, anche in un reparto così avanzato come quello, mancavano strumenti potenti per l’elaborazione delle immagini.

Era un problema diffuso praticamente ovunque, non solo in Italia. Quello - aggiunge - è stato lo stimolo per lavorare a un programma che superasse tali criticità e fornisse agli inquirenti uno strumento nuovo, innovativo, efficace. Avevo l’idea, ma ovviamente non i mezzi per realizzarla. Così sono stato inserito nell’Innovation Factory, l’incubatore di primo miglio di Area Science Park, dove mi hanno messo a disposizione un ufficio, qualche computer, e hanno pagato due collaboratori per un anno. Da lì è partito tutto: nel 2008 è nata l’Amped, oggi siamo in 26 e operiamo in mezzo mondo».

Di strada, questa start up triestina ne ha fatta tanta e oggi chiude il bilancio 2020 con un fatturato di 3,5 milioni di euro, molti progetti in fase di lavorazione e altri ancora in cantiere. «Uno dei nostri obiettivi - sottolinea il ceo della società - è semplificare l’utilizzo dei software mantenendo lo stesso livello di efficienza e precisione. Si tratta di programmi che restano sempre e comunque utilizzabili solo da personale tecnico e opportunamente formato, ma - continua - di recente abbiamo creato una versione del programma ultrasemplificata, che amplia la platea e consente un uso anche in ambiti più locali e meno specialistici.

Però, ripeto, non è uno strumento che ci si può installare sul proprio pc per una fruizione occasione e amatoriale. Una persona ci ha contattati per chiederci se poteva acquistare il software; l’obiettivo era riuscire a leggere la targa di qualcuno che le aveva danneggiato l’auto nel parcheggio, ma abbiamo declinato».

Dalla Cina agli Stati Uniti licenze vendute ovunque

«Stiamo stabilendo gli standard per le indagini scientifiche di immagini e video». È la prima frase che si legge sul sito interne di Amped, che, con un certo orgoglio, rivendica di essere leader nel proprio settore. La società triestina, infatti, vende i propri prodotti in tutto il mondo, dalla Cina agli Usa, dai Paesi arabi all’Europa, e ogni anno li aggiorna adattandoli alle esigenze dell’utenza. Le soluzioni vendute sono quattro, e hanno funzioni diverse. Il prodotto di punta si chiama Five e serve per migliorare la qualità di foto e video per applicazioni forensi, ma poi ce ne sono altri, che hanno funzioni e obiettivi diversi: la conversione di file video non riproducibili, mantenendo la stessa qualità dell’originale e, ancora, per il riconoscimento delle immagini contraffatte e manipolate: così si può determinare se un'immagine può essere attendibile e quindi accettata come prova in un caso

© RIPRODUZIONE RISERVATA 

Riproduzione riservata © Il Piccolo