“Amor Fabulas”: il preludio di Max Gazzè arriva al Rossetti di Trieste

TRIESTE Ha debuttato ad Assisi con un sold out il nuovo tour di Max Gazzè “Amor Fabulas–Preludio”. Ci sono ancora biglietti disponibili, invece, per la tappa di oggi, lunedì 13 novembre, alle 21 al Politeama Rossetti (data in collaborazione con Good Vibrations della tournée prodotta da OTR Live). Uno show carico di visual e luci, uno spettacolo completamente inedito per il cantautore romano, con una scaletta che si muove tra passato e futuro.
Gazzè ha suonato spesso in regione, ma non così spesso a Trieste. «È una delle città che preferisco in Italia, la sua dimensione mi piace molto. Ricordo il castello di San Giusto dove suonai diversi anni fa»: così raccontava in occasione del concerto della Barcolana 2015, quando la bora fece spostare il live da Piazza Unità al Rossetti. Dove torna dopo otto anni, accompagnato dalla band storica: Cristiano Micalizzi alla batteria, Daniele Fiaschi alla chitarra, Clemente Ferrari alle tastiere, Max Dedo ai fiati, a cui si aggiungono i polistrumentisti Greta Zuccoli ai cori e Nicola Molino al vibrafono.
Al Rossetti ci sarà la possibilità di ascoltare, oltre ai classici, brani storici mai suonati prima dal vivo e anche quattro inediti che saranno contenuti nel nuovo album, annunciato per la primavera (Sony/ Epic), tra cui “Che c’è di male”, primo singolo uscito il 6 ottobre, registrato in Inghilterra ai Real World Studios di Peter Gabriel (come tutto il disco), vede la rinnovata collaborazione nel testo dello stesso Max con il fratello Francesco.
Nello spettacolo, anche un forte appello al “cessate il fuoco”: «Abbiamo perso il senso del grave. La terra brucia, ma non è grave. In qualche parte del mondo – dice Gazzè – ci sono madri e padri che tengono fra le braccia i cadaveri dei loro figli ma non è grave. Le immagini entrano nelle nostre case, e più l’eco dei disastri si fa forte e meno lo sentiamo. Siamo diventati stanze dove il dolore degli altri non può entrare. Si continua a vivere come se nulla fosse, come se la terra che brucia non fosse quella su cui viviamo, come se quei figli morti non fossero anche nostri. È il momento di pensare alle ingiustizie, alla nostra indifferenza, per decidere se siamo o meno capaci di piangere le lacrime del mondo. L’unica cosa giusta da fare è dire basta».
Nato a Roma nel ‘67, Gazzè ha trascorso diversi anni a Bruxelles dove ha studiato musica. In Italia si è affermato poi come una delle penne più sagaci, capace di scrivere pietre miliari del cantautorato: “La favola di Adamo ed Eva”, “Una musica può fare”, “Cara Valentina”, “Vento d’estate”, “Il solito sesso”… Diverse le partecipazioni a Sanremo (l’ultima nel 2021) e collaborazioni, consolidate quelle con Silvestri e Fabi, o internazionali come quella con l’ex Police Stewart Copeland. «Sono tanti anni – conclude l’artista – che suono e faccio dischi e concerti, chi mi segue da sempre, qualcun altro per brani più recenti, genitori con figli… un pubblico molto vario e mi fa piacere, al di là dei gusti oggi non c’è più la scissione netta tra chi ascolta rock, punk, pop o disco music, mentre quando sono cresciuto io, in Inghilterra, o eri mod o eri rocker, o ascoltavi la musica pop o quella underground. Oggi ci sono meno distinzioni. Alla gente piace la musica e stop».
Riproduzione riservata © Il Piccolo