Amianto, verso un nuovo processo con 50 decessi
MONFALCONE Di amianto si continuerà a morire nel Monfalconese almeno fino al 2020. Le nefaste previsioni degli esperti trovano purtroppo conferma nelle indagini che la Procura della Repubblica di Gorizia sta portando avanti relativamente ai decessi di ex lavoratori del cantiere navale di Monfalcone, sia dipendenti diretti di Italcantieri che delle ditte private.
Il procuratore capo Massimo Lia annuncia che nei primi mesi del prossimo anno giungeranno all’udienza preliminare due nuove tranche che riguardano ciascuna circa 25-30 parti lese, per la gran parte persone decedute per cui si procede nei confronti degli indagati per omicidio colposo o lesioni colpose. Purtroppo, l’esperienza maturata con i primi tre processi al Tribunale di Gorizia (il terzo è in corso) dimostra che spesso le persone ancora in vita durante le indagini al momento del processo non lo sono più.
Nel processo che si sta celebrando in queste settimane il consulente della Procura, analizzando caso per caso, sta delineando un quadro pesantissimo: dal momento della diagnosi al decesso delle persone colpite da mesotelioma trascorrono da un minimo di 12 a un massimo di 18 mesi.
Il procuratore Lia vorrebbe fare di più nella consapevolezza dei risvolti sociali che le morti causate dall’esposizione all’amianto riflettono sulla comunità. «Ma la Procura - parole di Lia - versa in una situazione assai precaria per quanto riguarda il personale amministrativo. Le indagini sulle morti per amianto sono complesse, comportano un enorme sforzo non solo per i pm ma anche per quanto riguarda le notifiche e tutti gli atti amministrativi conseguenti».
Si delinea così - se il giudice dell’udienza preliminare procederà al rinvio a giudizio degli attuali indagati - un quarto processo amianto per la morte di una cinquantina di ex lavoratori del cantiere navale. Decessi che a spanne sono compresi dal 2008 al 2011; decessi avvenuti - come insegnano i primi processi - anche a distanza di quarant’anni dall’esposizione all’amianto avvenuta anche in brevi periodi lavorativi.
Il disegno di legge sul testo unico sull’amianto all’esame del Parlamento - al di là dell’ipotizzabile rallentamento dell’iter derivato dalla situazione politica che si è creare con le dimissioni di Renzi - prevede, tra l’altro, l’allungamento dei termini di prescrizione. «Certamente - puntualizza Lia - la nuova legge non potrà avere effetto retroattivo. A mio avviso sarebbe utile bloccare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio».
Gli indagati delle due tranche su cui stanno lavorando i pm Bossi, Collini e Maltomini, coincidono grosso modo con gli ex dirigenti Italcantieri già condannati in primo e secondo grado nel primo processo, e in primo grado nel secondo processo. L’attuale procedimento in capo al giudice Vernì è giunto alla metà del percorso pianificato, con sentenza prevista tra la fine di marzo e gli inizi di aprile. Processo molto approfondito con il giudice che ha voluto maturare in aula, grazie alla consulenza di alcuni esperti, un’approfondita conoscenza della storia del cantiere navale di Monfalcone e dell’evoluzione delle mansioni.
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