Malattie da amianto: al Crua di Monfalcone nuovi casi in diminuzione

I dati 2024 fotografano un netto calo di mesoteliomi alla pleura, tumori polmonari e placche pleuriche. Percentuale di malattie professionale al 23,5%, la più bassa dal 2019. Barbina: «Iniziata la fase discendente»

Laura Borsani
Parenti delle vittime morte per esposizione all'amianto a una manifestazione (Bonaventura)
Parenti delle vittime morte per esposizione all'amianto a una manifestazione (Bonaventura)

Se i dati complessivi del 2024 in ordine all’attività di sorveglianza e presa in carico degli ex lavoratori esposti all’amianto e familiari per esposizione domestica sono da ritenersi sovrapponibili rispetto all’anno precedente, assume valenza il calo di nuovi casi legati alle malattie asbesto-correlate. Un primo segnale che potrebbe indicare un cambio di direzione, anche se serviranno successive conferme per consolidare l’andamento.

Nel 2024 i nuovi casi di mesotelioma sono stati 29 rispetto ai 36 del 2023. Calano tutte le malattie professionali asbesto correlate, complessivamente 219, il 23,5%, rispetto alle 254, il 27,1% del 2023. Il dato costituisce il minimo degli ultimi 5 anni.

 

Il direttore del Crua, il Centro regionale unico per l’amianto di Asufi, Paolo Barbina, argomenta: «Il quadro generale denota un equilibrio sostanziale quanto all’incidenza delle patologie asbesto-correlate, con variazioni minimali, tuttavia tra le persone che si rivolgono al Centro risultano in calo i nuovi ingressi e soprattutto sono diminuite le placche pleuriche. Nel complesso, si prende atto che è iniziata la fase di discesa e questo andrà necessariamente esaminato con la dovuta attenzione nel prossimo futuro».

Il direttore aggiunge: «Stiamo assistendo ad un calo degli ex lavoratori che facevano uso diretto dell’amianto e pure dei casi tra i loro familiari. È cambiata un’epoca». In parallelo, sottolinea l’opera di rimozione dei materiali in amianto sul territorio: «L’assessorato regionale all’Ambiente sta facendo un ottimo lavoro mettendo a disposizione fondi per favorirne l’eliminazione. Sono fondamentali le opere di bonifica per annullare i potenziali rischi di esposizione».

Tornando ai dati, sui 931 ingressi richiesti al Crua lo scorso anno i nuovi casi di malattie neoplastiche sono stati 88, il 9,4%, nel 2023 erano 96, il 10,2%. Si nota il forte aumento delle persone, già indennizzate, che si ripresentano al controllo, piuttosto che di nuovi esposti: qui la percentuale è del 43,7%, ossia 407 visite, rispetto al 35,6% (334 visite) del 2023.

Per le patologie neoplastiche solo il 3,1% degli ex esposti ritornano per una visita successiva (29 controlli) rispetto al 2,5% dell’anno precedente (23 controlli). Barbina osserva: «Sono calate un po’ tutte le malattie asbesto-correlate, in particolare, come detto, in riferimento alle placche pleuriche che si lega alla diminuzione delle prime visite».

Oltre ai casi di mesotelioma ridotti a 29, calano, di molto, i casi di carcinoma polmonare, 35 nel 2024 rispetto a 50 nel 2023, unitamente alla presenza di placche e/o ispessimenti pleurici riscontrati in 90 casi rispetto ai 140 nel 2023.

L’asbestosi ha riguardato 15 casi sui 19 dell’anno precedente, mentre sono 5 i casi di neoplasia alla laringe (come nel 2023) e nel solo 2024 sono stati registrati 2 casi di carcinoma ovarico. Sommando tutte le patologie riscontrate nel 2024 i casi sono 176, il dato più basso degli ultimi 5 anni (250 nel 2023, 216 nel 2022, 203 nel 2021 e 188 nel 2020).

Meritano attenzione i decessi per le malattie professionali asbesto-correlate, intesi anche come comunicazione postuma. Nel 2024 ne sono stati registrati 753: erano 737 nel 2023, 628 nel 2022, 527 nel 2021 e 546 nel 2020. Barbina segnala poi l’aumento delle iscrizioni al Registro regionale amianto: nel 2024 sono state 178, erano 167 nel 2023, 169 nel 2022, 135 nel 2021 e 116 nel 2020. «Il dato potrebbe essere utilizzato per un richiamo diretto alle visite di controllo – osserva –. Per ottenere questo risultato, comunque, basterebbe utilizzare il citato Registro».

All’aumento delle iscrizioni, chiarisce il medico, ha concorso in modo significativo l’accesso al Centro delle donne, in ragione dell’esposizione familiare, che rappresentano il 43% degli assistiti e che spesso risultano delle prime visite. Barbina su tutto osserva: «Sarebbe auspicabile l’attivazione di un programma volto alla comunicazione automatica delle visite alle persone ex esposte all’amianto che attualmente invece arrivano al Crua per loro esclusiva scelta. Non è tanto per le cure in sé, poiché vengono comunque seguite sotto l’aspetto sanitario, quanto per il riconoscimento dell’invalidità professionale e familiare». Infine, in qualità di presidente della Commissione regionale amianto afferma: «Lascia perplessi la modifica normativa in ordine alla composizione della Commissione cui non ha fatto seguito ad oggi il previsto inserimento di tre nuovi componenti».—

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