Ambulanze “ping-pong” in Carso, la rivolta dell’altipiano
TRIESTE Scatta la protesta di Opicina per la cancellazione dell’ambulanza in servizio notturno. Il mezzo è stato dirottato infatti a Santa Croce, dopo che era stata proprio la comunità del piccolo centro situato sul confine fra i territori comunali di Trieste, Duino Aurisina e Sgonico, tramite la presidente della Prima circoscrizione Maja Tenze, a reclamarne la presenza qualche mese fa, in conseguenza della sua eliminazione. In sostanza, per soddisfare le legittime esigenze di una parte dell’altipiano, se ne penalizza un’altra. Ed è proprio per denunciare questo limite dei servizi assicurati ai cittadini, una sorta di coperta corta dell’assistenza sanitaria che per coprire una falla ne apre un’altra, che ieri sera si sono riuniti i direttivi dell’associazione “Difesa per Opicina” e del consorzio “Insieme a Opicina”, per stilare una lettera che sarà recapitata al sindaco, Roberto Dipiazza.
«Ci rivolgiamo a lui – spiega Nadia Bellina, presidente del consorzio – in quanto responsabile della salute pubblica, consapevoli che poi il sindaco saprà a chi indirizzare con precisione la richiesta dei residenti di Opicina per ottenere una risposta soddisfacente». Il problema della presenza di ambulanze sull’altipiano triestino è molto sentito dalla popolazione: sono migliaia coloro che vivono lungo l’asse che va da Basovizza al confine amministrativo con il Comune di Monfalcone, un territorio fra l’altro costellato di piccole frazioni collegate fra loro da strade talvolta strette e tortuose, che rendono ancor più complesso il lavoro di chi opera sulle ambulanze. Se poi a questo problema si va ad aggiungere una rarefazione dei mezzi in servizio notturno è allora inevitabile che la protesta si alzi.
«L’ambulanza di Opicina – ricorda Bellina – serve non solo il nostro centro, dove attualmente vivono circa 10 mila persone, ma anche il Comune di Monrupino e tutti i paesi sulla strada per Basovizza, come Padriciano e Trebiciano. Che si possa pensare di togliere l’ambulanza notturna in quest’area – insiste – è veramente sconcertante».
Altrettanto determinata è Tenze, che si propone subito come alleata delle associazioni di Opicina: «L’assistenza medica notturna deve essere garantita a tutti i cittadini – sottolinea – e non ci possono essere distinzioni fra un territorio e l’altro. Noi abbiamo a suo tempo protestato perché il problema a Santa Croce era identico – aggiunge la presidente della Prima circoscrizione – nel senso che l’eliminazione del servizio notturno aveva messo in crisi una grande comunità. Oltre a Santa Croce, in quella parte dell’ex provincia di Trieste ci sono decine di frazioni con migliaia di famiglie, che abitano in luoghi non facilmente raggiungibili. In caso di emergenza – osserva – non si poteva pensare di far partire un’ambulanza da Cattinara o da Monfalcone. Siamo pronti a unire le forze con le associazioni dei cittadini di Opicina – conclude Tenze – per un’azione comune nei confronti dei responsabili di questi servizi, in modo da garantire la popolazione residente sotto il profilo dell’assistenza sanitaria».—
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