“Ambriabella” da salvare Si riparte da Montecarlo
di Claudio Erné
C’è chi crede nel futuro dell’Ambriabella e nella possibilità che la storica motonave nata sullo scalo del Cantiere Felszegy di Muggia mezzo secolo fa ritorni a navigare con una nuova livrea da yacht di lusso come peraltro sta già facendo da anni la gemella Dionea.
Del futuro della motonave ormeggiata da due anni melanconicamente alla banchina del canale industriale di Zaule, si occuperà la società di brokeraggio Frazier Yacht che si è impegnata con gli attuali sei proprietari triestini - riuniti nella Nebula Investement Yachting con sede a Malta - a trovare un acquirente nell’ambito degli armatori che prediligono gli scafi classici e manifestano una certa diffidenza per i moderni “ferri da stiro” che affollano d’estate le marine e gli approdi.
L’accordo con la Frazier Yacht è stato annunciato ieri a Montecarlo nell’ambito dell’annuale Yacht Show a cui partecipano numerose aziende triestine. La notizia dell’accordo è subito rimbalzata in città. In un verso per gli aspetti “nostalgici” che il salvataggio dell’Ambriabella trascina con sé: nell’altro perché il restauro completo dello scafo e dei ponti potrebbe assicurare una considerevole quantità di lavoro alle officine Quaiat, il cui proprietario è uno dei sei soci che hanno riportato nel 2009 l’antica motonave dalla Grecia a Trieste, salvandola dalla demolizione. Altro lavoro potrebbe essere assegnato alle società di progettazione e a quelle specializzate negli allestimenti di interni presenti a Trieste.
«Non è stato facile coinvolgere i dirigenti della Frazier Yacht» ha dichiarato ieri Marino Quaiat. «Un broker di questo livello per accettare un simile mandato deve credere nel progetto e valutarlo positivamente all’interno del segmento di riferimento di questo tipo di motonavi classiche. Il completo restauro ha un valore commerciale di dieci milioni di euro, mentre la costruzione ex novo di una analoga motonave da crociera, costa quasi il doppio».
Va aggiunto che i sei investitori triestini hanno speso complessivamente per l’acquisto in Grecia del vecchio scafo e il trasferimento a Trieste, al traino di un rimorchiatore d’altura, poco meno di 200 mila euro, assicurazioni comprese. Ritenevano di poterla rivendere in pochi mesi assieme al progetto di ristrutturazione, ma la crisi economica ha bloccato tutto. Ora sembra invece essersi aperto uno spiraglio.
La motonave Ambriabella è stato una degli ultimi “vaporetti” che hanno collegato Trieste all’Istria e a Grado e la sua uscita di scena aveva rappresentato il canto del cigno dei trasporti costieri marittimi nell’Alto Adriatico. Dal settembre del 2009 è ormeggiata alla banchina del canale industriale di Zaule con la prua rivolta verso Borgo San Sergio, in attesa di un compratore che ora la Frazier Yacht dovrebbe individuare.
Due anni fa il suo rientro in Italia sembrava un buon affare, ma ogni tentativo di cessione si è incagliato. Se anche quest’ultimo dovesse fallire, come sono falliti quelli degli anni scorsi, le lamiere dell’Ambriabella potrebbero finire nell’altoformo. Fatta a pezzi e poi fuse, quando invece il suo scafo è sano e le sue linee di carena la rendono capace di affrontare in tranquillità mari agitati e tempeste.
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