Ambientalisti all’attacco: «Prg, pastini a rischio»

Legambiente e Italia Nostra: con una delibera la giunta vuole accelerare l’iter per chi punta a costruire. Il Comune: nessuna intenzione di liberalizzare i cantieri

Le associazioni ambientaliste vanno all’attacco della giunta comunale. Motivo dello scontro la questione sulla tutela dei pastini, i terrazzamenti che caratterizzano il territorio triestino, lungo la fascia costiera e le zone collinari della periferia. Secondo gli esponenti di Legambiente e Italia Nostra, l’amministrazione comunale ha avviato con una delibera un iter che andrebbe a modificare l’articolo 18 della norma contenuta nella variante 66 del 1997, il vecchio Piano Regolatore, che disciplina la tutela delle aree di vincolo paesaggistico ed ambientale. Un’operazione che per gli ambientalisti ha il solo significato di voler semplificare la strada che porta alla speculazione edilizia in queste zone, rimettendo in discussione anche quanto accaduto nel 2010 riguardo al caso di Rio Martesin, quando il Consiglio di Stato, su ricorso presentato dal Comitato di cittadini, annullò le concessioni edilizie rilasciate all’epoca dall’amministrazione Dipiazza per la costruzione di alcuni condomini al posto dei pastini esistenti in zona.

Accuse che l’amministrazione comunale, per voce dell’assessore all’urbanistica Elena Marchigiani, respinge al mittente, precisando che la variante è stata avviata soltanto per verificare, con i soggetti competenti in materia ambientale, se c’erano i presupposti per l’assoggettabilità alla Vas, e non certo per liberalizzare l’edificazione in aree di tutela ambientale.

Una variante che gli ambientalisti definiscono però contraddittoria, in quanto da una parte prescrive il mantenimento dell’andamento planialtimetrico dei pastini, salvo poi autorizzarne le modifiche che porterebbero alla distruzione della morfologia originale dei pastini stessi. Così Lucia Sirocco di Legambiente: «Sembra davvero molto strano che la giunta comunale abbia voluto introdurre questa variante in modo rapido e poco visibile. La possibilità di edificare in quelle aree era già contenuta nella normativa, ma con questa mossa si è voluto accelerare l’iter di chi è intenzionato a costruire, in vista della stesura del nuovo Prg».

Gli ambientalisti dunque chiedono che la giunta ritiri la delibera e che la questione sulla tutela dei pastini venga riaffrontata. Precisa Dario Predonzan di Legambiente: «Abbiamo cercato di capire le motivazioni che hanno portato a questo passo, ma non ci siamo riusciti. Il rapporto ambientale stilato è stato superficiale e non è stata fatta un’analisi seria». Una questione che Franco Zubin di Italia Nostra sposta anche sul piano politico: «Ci sono grossi dubbi di legittimità su questa variante. La decisione della giunta va nella direzione opposta da quanto espresso dal Consiglio comunale, auspico quindi che si apra a breve una discussione».

E sulla questione interviene anche il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Paolo Menis. «La giunta Cosolini farebbe bene a ritirare una delibera che è in aperto contrasto con le direttive del nuovo Prg, per non diventare complice di una devastazione edilizia nelle zone di maggior pregio paesaggistico». Infine Livio Poldini, docente emerito di ecologia vegetale: «Serve subito un piano particolareggiato di recupero della ruralità, in quanto non basta fermarsi alla morfologia del territorio, ma occorre capirne le funzioni primarie. In questa città c’è un attardamento culturale enorme, un abisso di ignoranza da parte di chi prende le decisioni, cui si aggiunge l’inconsapevolezza della popolazione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:ambientalisti

Riproduzione riservata © Il Piccolo