«Amazon ha creato in Italia 5 mila posti. Così valorizziamo le Pmi del Nordest»

Parla Mariangela Marseglia, country manager in Italia e Spagna del colosso hi-tech di Seattle da poco sbarcato con una sede in Fvg 

TRIESTE Mariangela Marseglia, molti grandi gruppi, anche in campo assicurativo e finanziario, ormai si ispirano al modello Amazon. Come l’e-commerce sta cambiando il mondo del consumo?

È la tecnologia ad aver cambiato profondamente il mondo del commercio tradizionale e chi oggi si occupa di retail deve inevitabilmente confrontarsi con l’innovazione. Proprio in questa direzione va il nostro costante impegno per ampliare la selezione di prodotti disponibili su Amazon. L’e-commerce è parte integrante delle nuove logiche del commercio ridisegnate dall’avvento delle tecnologie e rappresenta una grande opportunità per i clienti così come per le piccole e medie imprese che, grazie all’online, possono raggiungere più facilmente nuovi pubblici e mercati internazionali.

In cosa consiste il piano di sviluppo annunciato per l’Italia e con quali obiettivi soprattutto sul fronte dell’occupazione?

Dal 2010 Amazon ha investito nel nostro Paese oltre 1,6 miliardi di euro in infrastrutture, logistica e servizi. Abbiamo realizzato 3 centri di distribuzione, 11 depositi di smistamento e 2 centri di smistamento, oltre alla sede direzionale di Milano e al Customer Service a Cagliari. Inoltre, abbiamo creato oltre 5.500 posti di lavoro a tempo indeterminato, di cui 2.000 solo nell’ultimo anno: dagli ingegneri e sviluppatori di software alle posizioni di livello base. Attualmente sono più di 180 le posizioni aperte in Italia su Amazon.jobs. Ad esempio cerchiamo personale per il nostro Centro di Sviluppo di Torino, dove operano figure impegnate nello sviluppo del nostro servizio vocale Alexa: in questo momento è possibile candidarsi per le posizioni di ricercatore per la comprensione del linguaggio naturale oppure di ingegnere per lo sviluppo di sistemi.

Ma in che modo Amazon si connette alle piccole e medie aziende?

Generando occupazione attraverso le Pmi italiane che vendono i propri prodotti in Italia e all’estero. Sono infatti 12.000 le piccole e medie imprese che si sono affidate ad Amazon per sviluppare la propria attività e-commerce, di cui 2.000 solo nel 2018 (+20% rispetto al 2017). Tutte queste realtà hanno generato più di 10.000 posti di lavoro a fine 2017.

Fra i nuovi investimenti in Italia nel corso del 2018 Amazon ha annunciato un nuovo deposito di smistamento a Fiume Veneto in provincia di Pordenone che occuperà un centinaio di persone. É il primo passo di una espansione a Nordest?

Preferiamo non commentare indiscrezioni e piani futuri. Gli investimenti in infrastrutture e logistica sono stati consistenti negli ultimi anni in Italia e continuiamo a lavorare nella direzione di sviluppare una rete logistica che possa permetterci di servire al meglio i nostri clienti garantendo loro consegne veloci e di supportare la logistica delle piccole medie imprese che vendono sulla nostra vetrina.

Però la Confcommercio del Friuli-Venezia Giulia teme un effetto di assimilazione del sistema commerciale e della grande distribuzione e chiede regole e parità di trattamento. Come risponde?

Non so esattamente a cosa si riferisca ma Amazon è assolutamente a favore della concorrenza e di regole condivise per tutti gli operatori del mercato. Se c’è maggiore concorrenza e regole chiare, in ultima istanza a beneficiarne sono i clienti. L’e-commerce è parte integrante di un nuovo modo di fare commercio, dove il punto vendita continuerà ad essere importante.

Ad esempio?

Abbiamo appena lanciato Amazon Counter. Bar-tabaccherie, cartolerie e librerie diventano luoghi per il ritiro dei prodotti acquistati online. In Italia sono Giunti, Fermopoint e SisalPay.

In che misura Amazon favorisce l’ecosistema di imprese locali dove interagisce?

Amazon ha iniziato a diventare un motore per la crescita delle piccole e medie imprese fin dal lancio, nel 2000, dei negozi per i venditori terzi. Oltre la metà di tutti i prodotti venduti sui siti Amazon nel mondo provengono da milioni di piccole e medie imprese, incluse le oltre 12.000 Pmi italiane che hanno raggiunto la cifra record di oltre 500 milioni di euro di vendite all’estero nel 2018, con una crescita costante di più del 50% anno su anno. Più del 70% di tutte le imprese italiane presenti su Amazon vendono all’estero.

Avete un piano di valorizzazione del Made in Italy?

La valorizzazione del Made in Italy è certamente un tema che ci sta cuore. Proprio per questo già nel 2015 abbiamo lanciato su Amazon una sezione dedicata a questi prodotti e che ad oggi ospita circa 750 imprese italiane d’eccellenza provenienti da varie regioni d’Italia. Abbiamo inoltre sottoscritto un accordo con l’Ice per coinvolgere almeno altre 600 pmi.

Cosa pensa dell’Italia sul piano delle infrastrutture e della logistica? Per raggiungere Venezia da Trieste si impiegano oltre 2 ore di treno. Un pacco Amazon viaggia più veloce..

Le infrastrutture sono un asset importante per garantire alle imprese di sviluppare la propria attività commerciale raggiungendo in modo efficace i clienti. Per questo, nel nostro piccolo stiamo continuando a investire nella rete logistica, e siamo sicuri che il sistema-Paese continui a puntare sulle infrastrutture quale asset strategico di sviluppo.

Amazon è un simbolo di globalizzazione. Qual è la sua visione dell’Europa e dell'Italia in tempi di barriere commerciali?

Credo che in Europa ed in Italia in particolare ci siano grandi potenzialità di sviluppo attraverso la digitalizzazione, che consente un più facile accesso a nuovi mercati. In Amazon abbiamo messo in campo moltissime attività per favorire le aziende italiane nell’esportazione dei propri prodotti sui mercati internazionali, incluso ad esempio il Programma Paneuropeo di Amazon che consente ad un venditore italiano di distribuire e consegnare rapidamente i propri prodotti a livello europeo stoccandoli nel Centro di Distribuzione europeo dove è maggiore la domanda del suo prodotto.

Nei centri Amazon sono prevalenti robotica e automazione. È questo il futuro del lavoro?

Amazon sta creando costantemente posti di lavoro e, allo stesso tempo, sta introducendo anche forme di automazione: le due iniziative vanno di pari passo per garantire sia l’efficienza nella gestione della logistica, sia la possibilità per i dipendenti di dedicarsi a compiti più qualificati e meno faticosi e ripetitivi.

Quando introdurrete a Nordest e in Friuli-Venezia Giulia i vostri servizi più avanzati come Prime Now, già lanciato a Milano?

Prime Now è il nostro servizio di consegna ultraveloce e sta continuando a crescere nei servizi offerti, grazie all’integrazione con Whole Food Markets negli Stati Uniti, ma anche nel numero di città servite, inclusa l’Italia.

Proprio ad ottobre Prime Now è stato esteso anche alla città di Roma. Desideriamo poter sviluppare il servizio in sempre più aree ma preferiamo non svelare piani futuri.

In futuro la consegna dei pacchi avverrà con i droni?

Stiamo lavorando al progetto Prime Air, un futuro sistema che permetterà di consegnare, in massima sicurezza, pacchi entro 30 minuti proprio attraverso l’utilizzo dei droni. Abbiamo già dei centri di sviluppo Prime Air negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Austria, in Francia e in Israele. In un futuro vedere i droni Prime Air sarà la normalità, tanto quanto lo è oggi vedere un furgone transitare per strada.

Qual è l’identikit dell’italiano che fa la spesa online e cosa chiedono i consumatori nativi digitali cresciuti negli anni Duemila?

La tecnologia è sicuramente il driver che ha portato a un nuovo modo di fare acquisti e per le generazioni dei nativi digitali le nuove logiche di consumo sono la quotidianità.

Oggi i clienti sono abituati a cercare servizi e prodotti online ma anche ad informarsi su di essi, soprattutto attraverso le recensioni di chi lo stesso prodotto o servizio lo ha già provato. A tutto questo si aggiungono le continue innovazioni che riguardano l’esperienza d’acquisto: ad esempio, abbiamo di recente introdotto le funzionalità Discover, Amazon Augmented Reality e Amazon 360 View, che permettono di vivere un’esperienza di visual shopping nelle proprie abitazioni, prima di acquistare i prodotti d’arredamento. Inoltre grazie all’arrivo sul mercato degli assistenti vocali, come i dispositivi Echo di Amazon con Alexa integrato, si stanno aprendo i nuovi scenari del voice control e del voice-commerce, un cambiamento che può essere paragonato a quello dell’ingresso del mobile. —

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