Alza la gonna all’avvocatessa in Tribunale
La scena è degna di uno di quei film “trash” e ormai “cult” degli anni Settanta con Alvaro Vitali, il Pierino del grande schermo. È sceso lungo lo scalone del Palazzo di giustizia e quando ha incontrato una donna l’ha affrontata alzandole la gonna per poi appoggiare con una certa energia la mano sul fondo schiena. Una toccata energica o meglio una sculacciata. Vittima delle attenzioni del Pierino di Trieste una avvocatessa di Udine.
La bravata di pessimo gusto è costata l’arresto a Stefano Rocco, 20 anni, con qualche precedente penale. È successo venerdì pomeriggio. Il giovane stava scendendo appunto lungo lo scalone del Palazzo di giustizia, dopo aver presenziato come imputato a un’udienza di convalida a suo carico, e quando ha visto l’avvocatessa salire non ci ha pensato due volte. È partito all’azione.
Ora Stefano Rocco è ai domiciliari. Ad arrestarlo con l’accusa di violenza sessuale (perché il codice non distingue se la violenza sia stata consumata o meno) è stato un sovrintendente della polizia che in quel momento si trovava in Tribunale per testimoniare a un processo.
L’avvocatessa per reazione ha urlato: «Ma cosa stai facendo?» e il poliziotto è subito accorso. Poi, sulla base delle indicazioni della vittima, si è messo alla ricerca dell’uomo che aveva alzato la gonna e dopo poco lo ha finalmente raggiunto prima che riuscisse a far perdere le tracce. Nel frattempo sono arrivati anche alcuni carabinieri che erano in servizio nelle aule dibattimentali e hanno preso in consegna il palpeggiatore. A disporre l’arresto è stato poi il pm Pietro Montrone, il sostituto procuratore di turno.
Tutto era iniziato qualche ora prima. Stefano Rocco era da un paio di giorni agli arresti domiciliari per un tentato furto avvenuto durante la festa celtica in corso al Ferdinandeo. Il giovane era stato sorpreso dai carabinieri mentre stava cercando di forzare una macchina parcheggiata. Era stato ammanettato e accompagnato a casa su ordine del pm di turno.
Nel frattempo era stato fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Guido Patriarchi. Per recarsi in Tribunale a presenziare come suo diritto all’udienza, Rocco aveva avuto il permesso di uscire di casa. Così è successo: è arrivato puntuale al Palazzo di giustizia, dove lo stava aspettando il difensore Sergio Mameli.
Dopo l’interrogatorio di garanzia l’arresto è stato convalidato e l’indagato ha avuto il permesso di tornare a casa. E così in effetti è stato. Il giovane ha salutato il giudice e l’avvocato, poi ha percorso le prime due rampe dello scalone principale. Alla terza rampa ha incrociato l’avvocatessa di Udine che stava andando a un’udienza in un’aula della Corte d’Appello, al primo piano.
Pierino non ci ha pensato due volte. Ha puntato verso «l’obiettivo» e poi, con una mossa repentina, ha afferrato un lembo della gonna e l’ha sollevata. Poi ha appoggiato appunto la mano sulla biancheria della donna. E ha piazzato la sculacciata. La vittima è rimasta letteralmente paralizzata dallo choc.
Quando l’avvocatessa ha urlato, il “toccatore” era già lontano. Era già sceso lungo l’ultima rampa e stava per uscire all’esterno del palazzo di giustizia. E qui è entrato in azione il sovrintendente della polizia che si trovava a poche decine di metri. È subito accorso e, dopo aver avuto qualche indicazione dall’avvocatessa, è partito alla ricerca dell’aggressore. In pochi minuti, come detto, anche i carabinieri si sono attivati e alla fine Stefano Rocco è stato preso. «Non credo - ha commentato l’avvocatessa che ha sporto denuncia - che si sia reso conto della gravità del suo gesto. Non c’è stato rispetto né per il luogo, né per me. Sicuramente si tratta di una persona non equilibrata».
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