Altro che “rimembranza”, monumenti e lapidi nel degrado FOTO

L’espressione accigliata dell’austero generale Francesco Scodnik esprime efficacemente lo stato d’animo di chi attraversa il Parco della Rimembranza alla riscoperta della storia di Gorizia. E se quanto si vede è la “rimembranza” dei goriziani, allora stiamo freschi. I monumenti sono in condizioni pietose, sì aggrediti dal degrado provocato dalle intemperie, ma abbandonati dalla cura degli uomini. Il generale Scodnik è un po’ il padrone di casa dell’ex cimitero cittadino, risalente al 1827 e sfrattato dall’avanzata della Nizza austriaca.
È stato il primo irredento e volontario della nostra storia, passando dall’esercito austriaco a quello piemontese nel 1848. Tutti gli altri inquilini son venuti dopo, soprattutto dagli anni venti in poi dello scorso secolo. Scodnik tutto sommato è quello che se la passa meglio; se non altro il blocco di marmo in cui è stato scolpito il suo busto è di porosità migliore rispetto alle pietruzze saltellanti di piazza Vittoria. Lo Scodnik guarda a sud-est, verso l’avanzata dei partigiani di Tito, e quasi sotto gli occhi ha il monumento dedicato ai deportati.
Tralasciamo di ricordare il numero impresso sulla lapide, concentriamoci sul decoro. Piante, fiori, ghirlande, lumini marciscono e deperiscono ai piedi della platea dei nomi degli infoibati. “Povera Santa Gorizia” pare esprimere lo sguardo sognante di Vittorio Locchi, raffigurato in un bronzo lucido su una colonnina che ha mantenuto il suo candore.
I monumenti meglio conservati, perchè recentemente ripuliti dagli studenti, sono quelli che celebrano Giovanni Maniacco ed Emilio Cravos, simboli dell’italianità ai tempi dell’austriaca Gorz. Peccato che al Cravos manchi un pezzetto di naso: forse è la cicatrice di una delle pallottole austriache che lo inchiodarono, previa fucilazioni, alla morte nel novembre del 1915.
Se potessero animarsi i tre Lupi di Toscana avrebbero ragione di mordere le chiappe di chi li ha lasciati ridursi così. Lapide illeggibile a meno di disporre di cannocchiale. Male, malissimo il quadro d’insieme del Parco della Rimembranza. Ne sa qualcosa la povera madonnina che dal 1944 giace ai piedi dei resti del monumento ai Caduti goriziani nella Grande guerra: pare preda della disperazione più cupa.
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