Altra rissa, stop alle serate dell’Ausonia
Stavolta non c’è scappato alcun branco a caccia di sangue. Nessuno, e meno male, è finito all’ospedale. L’hanno catalogata come una rissa circoscritta. Chiusa lì, venerdì notte, dopo qualche graffio e nulla più. Pure un morso, a quanto risulta. Protagonista, oramai ricorrente purtroppo, un manipolo di ragazzoni stranieri, bulgari in questo caso, cui prude le mani. Poca cosa, insomma, rispetto alla barbara aggressione di quatro ragazzi (due romeni e due kosovari, denunciati a piede libero per lesioni gravi) che all’alba dell’11 luglio avevano preso a pugni e calci in faccia un 35enne triestino, facendogli correre il rischio di perdere la vista. Poca cosa, si diceva. È bastata, però, per far sfondare alle notti dell’Ausonia - da ieri proibite per due settimane dalla Questura per ragioni di ordine pubblico - il tetto dei “bonus” a norma di legge. È stata, in altre parole, la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. E forse anche l’occasione, per le forze dell’ordine, di rispondere in una determinata maniera, per certi versi eclatante, alla percezione d’insicurezza che sta montando fra i triestini in questa difficile estate di denunce via social. Come al solito - e vien da pensare per esempio ai provvedimenti di chiusura delle curve degli stadi - per colpa di pochi ineducati, per usare un eufemismo, pagano tutti.
L’Ausonia Jump fa dunque un salto. Un salto nell’angolo dei locali “cattivi”: ieri i poliziotti hanno notificato al Consorzio Ausonia il decreto di chiusura delle sole attività notturne per 15 giorni, «in applicazione dell’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza». Una decisione, quella maturata ieri nell’Ufficio di gabinetto della Questura, che per come viene presentata non porta a escludere che la polizia non abbia preso “appunti” solo lo scorso venerdì e l’11 luglio: «Il provvedimento è motivato da alcuni episodi di violenza scaturiti all’interno della struttura in questo inizio di estate, che hanno comportato frequenti interventi da parte delle forze dell’ordine, soprattutto dopo l’aggressione di un cittadino italiano avvenuta nella notte tra il 10 e l’11 luglio», recita un comunicato della Questura.
Tant’è. L’episodio che è costato la chiusura temporanea della discoteca sul mare viene fatto risalire più o meno alle due della notte tra venerdì e ieri. Tre giovani bulgari, tutti residenti a Monfalcone, di età compresa tra i 20 e i 25 anni, da quanto è stato ricostruito finora per le vie ufficiali hanno iniziato a un certo punto ad accendere gli animi sulla pista da ballo, complice probabilmente qualche bicchiere di troppo, finendo per imbattersi in un triestino, pure lui sui 25 anni. Sono volati prima sguardi, poi spintoni, e infine schiaffi. Non tutti e tre gli stranieri, da quanto si è appreso, si sono mostrati violenti. Soltanto uno di loro avrebbe alzato le mani. Subito si sono messi in mezzo a loro gli addetti alla security, che hanno portato fuori dal locale i protagonisti della zuffa. Ed è stato lì che il più agitato e manesco dei tre bulgari ha scaricato la propria violenza su uno dei buttafuori. O meglio ha provato a farlo, visto che alla fine lo stesso buttafuori, difendendosi con mestiere, non è dovuto fortunatamente ricorrere al Pronto soccorso. Solo qualche escoriazione per lui. Nel verbale, in particolare, vengono individuati un morso e un graffio a un gomito. Gli equipaggi di due volanti, piombate nel frattempo sul posto, hanno identificato i tre bulgari e il triestino. Sono tutti “puliti”. Non hanno precedenti, né tantomeno specifici. Non è insomma gente che usa le mani per abitudine. Con ogni probabilità, per loro, non dovrebbe esserci all’orizzonte alcuna denuncia. Un’informativa a cura della Squadra mobile, in ogni caso, finirà in Procura. Dario Parisini, presidente del Consorzio Ausonia, ieri in serata ha fatto trasparire amarezza e sorpresa: «Quello che è successo venerdì notte succede ogni sera in ogni discoteca del mondo. Gli addetti alla sicurezza, quando individuano comportanenti non corretti, allontanano chi ne è responsabile e chiamano le forze dell’ordine. E così è stato. Non c’è stata alcuna rissa. Non comprendiamo le ragioni del provvedimento. Siamo pronti a confrontarci con le istiutuzioni». E un primo incontro in Questura è in agenda già per domani.
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