Alt sloveno alle barche senza targa: parlamentari e Regione Fvg in campo
TRIESTE Dal vicepresidente della Camera Ettore Rosato (Iv), che si appella all’ambasciatore sloveno, alle parlamentari Debora Serracchiani (Pd), che dice di essersi già attivata per la causa, e Sabrina De Carlo (M5s), che ne discuterà direttamente con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E ancora, dall’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Pizzimenti, che da domani si metterà in moto, al deputato forzista Roberto Novelli che presenterà un’interrogazione. Il mondo della politica si mobilita su più livelli per individuare una possibile soluzione all’impasse dei natanti obbligati da quest’anno a effettuare l’immatricolazione, per poter navigare in acque slovene. La vicina repubblica ha di fatto deciso di applicare alla lettera una normativa del Codice marittimo nazionale, già in realtà in vigore da anni, per le barche sotto i 10 metri. La stretta vera e propria partirà dal 15 luglio. Per ora vige la regola “uomo avvisato, mezzo salvato”: chi si addentra in acque slovene senza targa infatti, anche solo per fare benzina o per transitare verso la Croazia, dove al momento non risultano applicati analoghi provvedimenti, viene rispedito indietro. Dalla metà del mese prossimo invece verranno applicate delle sanzioni amministrative: si va da 160 a 500 euro.
Per i tremila e più natanti triestini, secondo i dati di Assonautica, immatricolarsi vorrebbe dire comunque dover sborsare un bel po’ di quattrini rispetto a prima. In tanti infatti hanno già scelto le coste italiane, dove navigheranno quest’estate piuttosto che doversi adeguare alle novità. Ma dall’associazione di categoria si pensa di richiedere una mediazione con il governo sloveno o, in alternativa, una semplificazione dell’iter d’immatricolazione. Diversi politici poi provano a studiare una soluzione, anche sulla base dell’accordo nato per le barche che navigano in acque francesi tra il Comando generale delle Capitanerie di porto e l’Addetto doganale dell’Ambasciata di Francia, secondo il quale i possessori di natanti italiani devono avere a bordo la polizza di assicurazione dell’unità contenente il nominativo del proprietario. A questo proposito l’assessore Pizzimenti commenta: «Da domani cercherò di capire che aria tira, sentirò anche il nuovo comandante della Capitaneria di porto e il presidente Fedriga. Questo accordo potrebbe essere una base di partenza».
Si è invece già mossa Serracchiani, che spiega: «Abbiamo preso opportuni contatti per verificare i margini di intervento su questa iniziativa della Slovenia. Ci muoviamo in un terreno giuridicamente stretto ma bisogna provare a salvare un regime di rapporti che finora, salvo poche eccezioni, ha funzionato». A muoversi attraverso una via diplomatica Rosato: «Ci faremo carico del problema interessando l’ambasciatore sloveno per accordare un protocollo di favore per i nostri concittadini».
A mobilitarsi sarà anche De Carlo: «Studierò bene questa normativa e ne parlerò con Di Maio, provvederemo sicuramente a fare qualcosa». Non manca una punta di polemica nelle parole di Novelli: «L’impressione è che la Slovenia continui a frapporre degli ostacoli fra sé e il nostro Paese. L’atto più immediato è presentare un’interrogazione. Poi, il secondo passo sarà quello di capire fino a dove vogliono spingersi: ogni giorno c’è una sorpresa». Si affida a riflessioni simili anche la collega di partito forzista Sandra Savino: «Si può trovare un accomodamento sulla questione se c’è già un precedente (l’accordo italo-francese, ndr). Però voglio ricordare che è l’ennesimo problema che riguarda una questione più ampia di disparità tra Slovenia e Italia». —
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