Alt alle onorificenze del maresciallo Tito, la Lega incassa il sì di forzisti e patrioti

Ma Pettarin “bacchetta” Roberti: «Avrebbe fatto meglio a raccordarsi con i parlamentari a Roma». Critiche dal Pd
Cittadini di Sarajevo depongono fiori davanti a una statua del maresciallo Tito in un'immagine del 25 maggio 2006, in occasione del 114/o anniversario della nascita del leader jugoslavo. Sono passati 30 anni dalla morte del maresciallo Tito e quasi 20 dall'inizio della disgregazione della Jugoslavia multietnica da lui creata, ma in Serbia e nel resto della vecchia Federazione non scompare la predilezione per 'Jugo', il prefisso (radice slava per 'sud') che mantiene ancora per molti un alone di quel benessere, stabilita' e autorevolezza che a detta di tanti caratterizzavano la Jugoslavia socialista e non allineata di Josip Broz Tito. FEHIM DENIR / ANSA
Cittadini di Sarajevo depongono fiori davanti a una statua del maresciallo Tito in un'immagine del 25 maggio 2006, in occasione del 114/o anniversario della nascita del leader jugoslavo. Sono passati 30 anni dalla morte del maresciallo Tito e quasi 20 dall'inizio della disgregazione della Jugoslavia multietnica da lui creata, ma in Serbia e nel resto della vecchia Federazione non scompare la predilezione per 'Jugo', il prefisso (radice slava per 'sud') che mantiene ancora per molti un alone di quel benessere, stabilita' e autorevolezza che a detta di tanti caratterizzavano la Jugoslavia socialista e non allineata di Josip Broz Tito. FEHIM DENIR / ANSA

TRIESTE Se reazioni si aspettava, reazioni ha avuto. La proposta di togliere le onorificenze repubblicane al maresciallo Tito, veicolata dalla Lega del Fvg attraverso una mozione firmata dall’assessore Pierpaolo Roberti, non ha lasciato indifferenti né gli alleati né le forze di opposizione.

Dal centrodestra si levano le voci favorevoli dei Fratelli d’Italia, pronti a cogliere al balzo l’assist della Lega, che con questa mozione si intesta una battaglia storica dei neo e post-fascisti. «Presenteremo alla ripresa dei lavori parlamentari una proposta di legge per revocare l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana al maresciallo Tito - afferma il senatore Luca Ciriani insieme al deputato Luca De Carlo -. È davvero assurdo e paradossale che la Repubblica Italiana, da un lato, riconosca il dramma delle foibe, celebrato ufficialmente ogni 10 febbraio in occasione del Giorno del Ricordo e, dall’altro, annoveri tra i suoi più illustri insigniti proprio chi ordinò la pulizia etnica degli italiani in Istria e nell’Adriatico orientale. Bisogna, perciò, porre rimedio a questa inaccettabile distorsione».

Mozione leghista per il ritiro delle onorificenze a Tito
August 1963 --- Marshal Tito and His Wife --- Image by © Bettmann/CORBIS


Favorevole all’iniziativa anche il sindaco forzista di Gorizia, Rodolfo Ziberna, già esponente della Lega nazionale, che ricorda di aver presentato analoga mozione da consigliere regionale nel 2013, che però fu bocciata. «Mi auguro venga accolta con un atto di giustizia nei confronti delle migliaia di vittime di cui fu responsabile Tito». Sulla stessa li nea il parlamentare azzurro Roberto Novelli: «Credo che la proposta di Roberti non sia anacronistica, come dice qualcuno, ma al passo con i tempi. Per troppi decenni abbiamo vissuto in una situazione di schiavitù psicologica verso i partigiani di Tito e il suo esercito, visto come liberatore quando in realtà le nostre terre hanno subito delle violenze inaudite. Ancora oggi ci sono storici bugiardi patentati secondo cui le foibe sarebbero delle cavità in cui le persone inciampano per caso».

Ma da Forza Italia si leva anche una voce fuori dal corso, quella del deputato Guido Germano Pettarin, pronto a “bacchettare” sulla vicenda il padano Roberti. «È già pronta una proposta di legge per procedere alla revoca delle onorificenze a Tito, alla quale ho garantio subito il mio appoggio. Spiace che Roberti non abbia approfittato dell'occasione per coordinarsi con chi è chiamato a rappresentare la nostra regione e le sue istanze in Parlamento. Istanze che, come nel caso delle onorificenze a Tito, rappresentano tematiche sentite in maniera forte dai cittadini del Fvg».

Critica non il metodo ma il merito, invece, il segretario regionale del Pd Salvatore Spitaleri. «La tolleranza zero di Roberti prende di mira Tito, ma se ne frega dell'emergenza anche ambientale dei transiti migranti attraverso il Carso». Contrario anche Giorgio Marchesich, già candidato sindaco di Trieste e responsabile della Federazione degli indipendentisti: «Come assessore regionale, Roberti dovrebbe abbracciare tutta la popolazione, non dividere come sta facendo. Adesso si rivolge al governo centrale perché la Lega è ormai un partito nazionalista, ma lui è un assessore regionale, e non mi risulta che in Fvg ci siano piazze o vie intitolate a Tito. Perché dunque darsi da fare per qualcosa di così insignificante? Roberti - conclude - divide ancora la città in italiani e sloveni, Risiera e Foibe. Ma seminando odio non si va da nessuna parte». —
 

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