Alpinista aggredito e ucciso da un toro
ZARA. Tarda mattinata di mercoledì, attorno alle 11. Una coppia di coniugi zagabresi appassionati di montagna sta passeggiando su un prato in zona Libinje, sulle pendici delle Alpi Bebie (catena del Velebit), nel parco nazionale della Paklenica, nella Regione di Zara. Tutto procede a meraviglia nella splendida e soleggiata giornata dicembrina, con i due alpinisti che si godono una natura ancora selvaggia e intatta, come pure un panorama stupendo. Ma la tragedia si materializza in un attimo, sottoforma di un gigantesco toro che appare all’improvviso, non dando alla coppia l’opportunità di fuggire e di mettersi in salvo.
Il bestione, pesante circa 1100 chili e di razza istriana (il famoso “boscarin”), vede nei due umani degli intrusi e dunque una minaccia, da eliminare al più presto. Prima di partire all’attacco, il toro comincia a raspare il terreno con uno zoccolo e quindi si lancia contro l’uomo, colpendolo al petto con le possenti corna. Lo sventurato 63.enne cade a terra in fin di vita, spirando di lì a poco per la gran perdita di sangue. L’animale pare pronto a scagliarsi anche contro la donna, paralizzata dal dolore e dalla paura, ma a difenderla ci pensa il cane dei due alpinisti, che si mette ad abbaiare in modo incessante e minaccioso contro il gigantesco bovino, costretto in pratica a ritirarsi.
È stata una tragedia senza precedenti quella avvenuta nell’entroterra di Zara, con la polizia che ha aperto un’inchiesta per accertare le eventuali responsabilità del proprietario del toro, l’allevatore Petar Kneževic, 37 anni, residente a Libinje. Da quanto si è venuto a sapere, lo scorso aprile Kneževic aveva acquistato un paio di esemplari di bovino istriano, il “boscarin” appunto, per trasferirli sulle falde delle Bebie. L’intento principale era quello – data l’imponente stazza dei tori – di utilizzarli nella tutela dei suoi cavalli dalle continue aggressioni dei lupi, che gli hanno ridotto la mandria ai minimi termini.
Il toro “boscarin” non teme i lupi e le sue enormi corna avrebbero potuto essere utili nella difesa dei poveri cavalli, decimati da questi animali selvatici, la cui popolazione è in continuo aumento. È successo purtroppo che i due alpinisti di Zagabria hanno voluto portarsi su un prato senza recinzione e dove il toro stava pascolando. Kneževic era assurto mesi fa agli onori delle cronache dopo che aveva rinvenuto i resti di una sua giumenta gravida. Aveva denunciato il fatto alla polizia, sostenendo che la cavalla gli era stata rubata da una banda di ladri, specializzati nella compravendita di carne equina, e quindi uccisa a colpi d’arma da fuoco, venendo infine macellata. In effetti le forze dell’ ordine avevano arrestato tre giovani, dopo avere notato che quattro pallottole erano conficcate su un albero ai cui piedi Kneževic aveva rinvenuto la carcassa.
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