All’Università di Trieste un giorno tra musica e ricordi nel nome di Maurizio Fermeglia

Mercoledì 29 maggio l’evento commemorativo dell’ateneo a tre mesi dalla scomparsa dell’ex rettore

Francesco Codagnone
Maurizio Fermeglia
Maurizio Fermeglia

TRIESTE Maurizio l’amico, l’appassionato di alpinismo, il fan dei Pink Floyd. Fermeglia l’ingegnere chimico, il mentore paziente, il collega scrupoloso ma «estremamente sensibile».

La figura poliedrica del rettore emerito dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia, scomparso improvvisamente lo scorso 25 febbraio durante una passeggiata nella sua amata Val Rosandra, sarà ricordata dalla comunità dell’ateneo nel corso dell’evento “Tra rocce e stelle”, in programma mercoledì 29 maggio a partire dalle 15 nell’aula magna dell’Edificio A di piazzale Europa.

Fermeglia, l’ingegnere-alpino che amava la montagna e credeva nella collaborazione fra scienziati: il ritratto
Maurizio Fermeglia in rettorato a Trieste Foto Silvano

Racconteranno Maurizio Fermeglia i suoi colleghi, i collaboratori, gli studenti e le studentesse che lui ha formato e che oggi fanno ricerca negli ambiti – quelli dell’ingegneria e delle scienze della vita – che più di altri stuzzicavano la sua curiosità. L’insegnamento, la scienza, la passione per la natura e per la montagna, la partecipazione civica saranno alcuni dei “sentieri” attraversati durante l’evento – inserito nel calendario per celebrare il centenario dell’Università – per «ritrovare il percorso di Fermeglia» e delinearne l’eredità umana, culturale e scientifica da tramandare.

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La giornata è descritta dalla moglie dell’ex rettore, la professoressa Sabrina Pricl, come una «festa alla Maurizio», intesa come informale, e vedrà alternarsi al microfono chi ha potuto conoscere e apprezzare Fermeglia nelle sue diverse sfumature. Dopo i saluti istituzionali affidati al rettore Roberto Di Lenarda la parola andrà ad Altea Ariano, che in rappresentanza degli uffici amministrativi di ateneo ricorderà la «grande attenzione» che Fermeglia sapeva dedicare a tutto il personale dell’Università.

Della sua eredità scientifica parlerà Andrea Mio, allievo del compianto ingegnere, di cui ha raccolto il testimone della ricerca: una mente acuta che negli anni ha formato generazioni di studenti e redatto importanti pubblicazioni scientifiche nel campo dell’ingegneria biochimica, come ricorderanno i collaboratori “storici” e amici Maria Eugenia Macedo e Peter Cummings.

Fermeglia era anche un convinto sostenitore dell’importanza della divulgazione, sia in ambito più tecnico che per il più ampio tema del rispetto della natura: argomenti di cui amava discorrere specialmente durante le scampagnate nel verde, talvolta in compagnia dell’amica e guardia forestale Paola Favero, che sarà raggiunta sul palco dagli artisti di InSilva, cari all’ex rettore.

Il consigliere nazionale di Wwf Alessandro Giadrossi ricorderà dunque la vocazione ambientalista di Fermeglia, e le ragioni per cui lo volle delegato per il Friuli Venezia Giulia dell’organizzazione. Infine, i due amici Roberto Valenti e Paolo Pezzolato, che con Fermeglia hanno condiviso la passione per l’alpinismo, presenteranno il sentiero a lui dedicato, proprio in val Rosandra.

Alla famiglia quindi i saluti finali sulle note di “Shine on you crazy diamond” dei Pink Floyd, suonata dall’ex studentessa e vicina di casa Virginia Capone assieme a Peter Suligoy Valli.

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