All’Università di Trieste il primato nazionale di studenti stranieri laureati
TRIESTE Sui suoi banchi si sono laureati un numero di studenti stranieri quasi doppio rispetto alla media nazionale, così come è doppio il numero di iscritti che durante il loro percorso hanno effettuato un’esperienza di studio all’estero, Erasmus in primis. E sul mercato del lavoro i suoi laureati magistrali e a ciclo unico a cinque anni dalla laurea fanno registrare un tasso d’occupazione (90,5%) e una retribuzione media (1.486 euro mensili netti) di gran lunga superiore al dato nazionale. E’ quanto emerge dal Rapporto AlmaLaurea 2018 sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati dell’Università di Trieste, che fotografa un ateneo il cui principale punto di forza, dato anche dalla posizione geografica, è l’internazionalità. Stando ai dati del Consorzio AlmaLaurea, che nel 2017 ha interpellato 2894 laureati dell’ateneo triestino, la percentuale di laureati di cittadinanza estera è del 5,9% (il 5,0% per le triennali e il 7,6% tra i magistrali biennali), contro una media italiana del 3,5%.
E’ il caso di Sven Turkalj, che dalla Croazia si è laureato a Trieste in Scienze e Tecnologie biologiche e poi ha deciso di rimanerci per la magistrale: «Studio Genomica funzionale con il progetto di doppio diploma con l’Università di Parigi 7 - racconta -. Per chi come me sogna un futuro da ricercatore è indispensabile inserirsi in un ambiente internazionale e a Trieste lo si può fare già nel corso della triennale, con l’Erasmus o con un tirocinio in uno degli enti di ricerca del territorio: io l’ho svolto all’Icgeb ed è stato estremamente stimolante».
L’Ateneo triestino risulta sempre più attrattivo anche per chi arriva da fuori regione: sono il 36,6% dei laureati, una percentuale sensibilmente più alta della media nazionale del 22%; in particolare nelle magistrali biennali il 43,4% di Trieste emerge contro la media italiana del 28%. «Alla magistrale in Interpretazione di conferenza ci sono più studenti da fuori regione che dal Friuli Venezia Giulia», conferma per esempio l’abruzzese Sara Bucciarelli. Un dato che qualifica la didattica dell’ateneo giuliano riguarda la percentuale di laureati che, come Sven Turkalj, ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: sono il 62% (il 59,4% tra i laureati di primo livello e il 71,2% tra i magistrali biennali), contro una media italiana del 57,9%.
Trieste bissa la media nazionale per le esperienze di studio all’estero: le hanno fatte il 17,1% dei suoi laureati triennali contro una media nazionale dell’8,2%; il 17,8% dei laureati magistrali su una media nazionale del 15,1%. Quanto alla riuscita negli studi l’età media di chi si laurea nell’ateneo triestino è, in linea con la media nazionale, di 24,7 anni per i laureati di primo livello e 27,2 anni per i magistrali biennali. Ma l’ateneo triestino ha una maggior percentuale di studenti che si laureano in corso, il 56,3% contro il 51,1% della media nazionale. Il voto medio di laurea è 103,8 su 110 (la media nazionale è di 102,7): 101,2 per i laureati di primo livello e 107,5 per i magistrali biennali. Buone notizie anche sul fronte occupazionale: tra i laureati triennali a un anno dal titolo il 72,8% lavora, contro la media nazionale del 71,1%, mentre tra i laureati magistrali la percentuale sale all’80,4% contro la media italiana del 73,9%.
La performance migliore si registra per i laureati magistrali e a ciclo unico a cinque anni dal titolo, che godono di una retribuzione media più elevata anche rispetto alle università limitrofe.
Per il rettore Maurizio Fermeglia questo dato «testimonia la preparazione dei nostri laureati, il cui valore viene adeguatamente riconosciuto: un valore che deriva da una didattica di eccellenza, elevati investimenti sulla mobilità internazionale e una qualità nell’orientamento all’ingresso che attira studenti da tutt’Italia». Mentre per la delegata del rettore all’Orientamento e Job Placement Donata Vianelli «questi risultati sono il frutto di un costante investimento su servizi di placement di elevata qualità e di una stretta collaborazione con le aziende, che entrano in contatto con i nostri studenti».
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