All’Unione Italiana oltre 5 milioni di euro per l’attività del 2018
GALLESANO. Per le attività del 2018 mirate al mantenimento di lingua, cultura e identità in Croazia e Slovenia, l’Unione italiana (UI) disporrà di 5,325 milioni di euro provenienti al 90% da fonti italiane e per il 10% da quelle slovene e croate. L’importo ricalca suppergiù quello stanziato per l’anno in corso, ma si annunciano aumenti da Zagabria: un 6% in più di risorse erogate dal Consiglio delle minoranze nazionali e un terzo in più su quelli versati dall’Ufficio governativo per i diritti umani e minoritari. Aumenti che ammonteranno a circa 110mila euro. L’assemblea dell’Ui ha approvato il piano finanziario e di lavoro per il 2018, anche se in forma provvisoria giacché restano alcuni punti da chiarire: l’ok alla stesura definitiva è stato rinviato a gennaio. Rinvio non molto gradito da Maurizio Tremul, presidente della Giunta esecutiva Ui che ha proposto gli atti, in quanto «il contrattempo inevitabilmente provocherà un ritardo nell’erogazione dei finanziamenti da parte italiana e la colpa come sempre sarà data all’esecutivo».
Tornando al documento, dopo un dibattito molto vivace e a tratti polemico sono stati accolti emendamenti di alcuni consiglieri. Alla Comunità degli italiani di Spalato sono stati assegnati 10.000 euro in più. Alle Comunità di Pola, Fiume e Verteneglio andranno ulteriori 4.000 euro per spese legate all’attività del Centro studi Luigi Dallapiccola; alla Biblioteca civica di Pola 5mila euro per l’acquisto di volumi italiani e 18.000 per le biblioteche delle Comunità degli italiani. Da sciogliere invece il nodo del progetto del nuovo asilo italiano di Fiume, dal valore di 3 milioni di euro, per il quale l’Ui non dispone delle risorse necessarie. «Dato che l’amministrazione del capoluogo quarnerino spende milioni per gli asili croati in città - così Tremul - sarebbe opportuno si facesse carico anche delle necessità dei bambini italiani, cittadini di Fiume».
Ancora più animato il dibattito sulle modifiche allo statuto Ui da apportare in vista delle elezioni di primavera. Proposte sono giunte solo dalle Comunità di Pola, Rovigno e Umago e dal Gruppo consiliare “La svolta”. La proposta di aggiornare il dibattito al post elezioni è stata bocciata ed è stato prorogato di due mesi il termine per inviare nuove proposte. Per la prima volta da quando è vicepresidente dell’Università Popolare di Trieste è intervenuto Renzo Codarin, che considerate le spaccature emerse nell’Assemblea stessa ha invitato tutti all’unità. (p.r.)
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