All’ospedale di Gorizia ricavati 16 posti-letto per la terapia intensiva

Riconvertito temporaneamente il reparto di Cardiologia dirottato a Monfalcone. Saranno distinti i percorsi per gli ammalati di Covid-19 e gli altri pazienti ricoverati
L’ingresso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Gorizia, con la tenda che fa da filtro: il nosocomio ospiterà un reparto di terapia intensiva per accogliere i malati gravi di coronavirus
L’ingresso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Gorizia, con la tenda che fa da filtro: il nosocomio ospiterà un reparto di terapia intensiva per accogliere i malati gravi di coronavirus

GORIZIA. Sedici posti di terapia intensiva. Il San Giovanni di Dio si attrezza nella lotta contro il Covid-19. A confermarlo, ieri pomeriggio, l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano-Isontina dopo che, per l’intera mattinata, si erano rincorse le notizie sul web senza interventi ufficiali da parte dell’Asugi. E dopo una serie di insistenze da parte dei cronisti è arrivata la nota chiarificatrice.

Che recita così: «Per affrontare l’emergenza mondiale, sono in atto alcune modifiche organizzative indispensabili ad assicurare l’emergenza Covid-19 e, nel frattempo, garantire le attività dello stesso ospedale. Al San Giovanni di Dio di via Fatebenefratelli sono, quindi, stati riconvertiti temporaneamente i posti letto di Cardiologia in posti attrezzati per il trattamento del coronavirus. In questo modo, assicuriamo a Gorizia 16 posti». Scartata l’opzione Cormons.

Ci sono altri provvedimenti a corollario. «Rimane attiva la Guardia medica cardiologica e stiamo valutando la possibilità di ricovero per sub acuti cardiologici con monitoraggio nell’attuale Cardio-Nefrologia al terzo piano che sarà attrezzata con sei posti-letto. A garanzia del contenimento dell’infezione, sono stati distinti percorsi per i pazienti Covid e altri pazienti».

Ospiteranno pazienti goriziani o provenienti anche da zone in cui i focolai sono pesanti? «Si ricorda che il coordinamento e, quindi, le decisioni per l’occupazione dei 16 posti letto a Gorizia è di pertinenza della programmazione regionale anche a seguito della saturazione dei posti di Trieste e Udine e senza distinzioni. Infine, le urgenze sia chirurgiche sia cardiologiche vengono dirottate all’ospedale di Monfalcone».

Sul tema interviene anche il sindaco di Gorizia. «Anche la nostra città, come gli altri ex capoluoghi e Palmanova, avrà praticamente un centro specifico in cui si cureranno gli ammalati di coronavirus, con la prossima attivazione di 16 posti di terapia intensiva. Di questo contributo di Gorizia sono davvero orgoglioso perché viene anche riconosciuto il ruolo del nostro ospedale nella grande battaglia che stiamo combattendo contro questo oscuro nemico». È quanto rimarca Rodolfo Ziberna mentre in via Fatenebenefratelli si sta predisponendo il reparto in cui saranno ricoverati pazienti positivi al Covid-19 che necessitano della terapia intensiva.

«In questo momento, in cui tutte le attività ospedaliere, comprese quelle chirurgiche, sono praticamente sospese, salvo le urgenze, sia le prestazioni degli operatori sanitari sia gli spazi delle strutture si stanno concentrando sull’assistenza e la cura alle persone che vengono contagiate - evidenzia il sindaco - perché ormai tutti sappiamo che questo è il problema maggiore e le carenze sanitarie stanno diventando drammatiche. Nella nostra regione i posti-letto per la terapia intensiva passeranno da 29 a 94, di cui 16 a Gorizia mentre gli altri saranno attivati a Udine, Trieste, Pordenone a Palmanova.

È evidente che, quando tutto sarà finito, sia a Gorizia sia negli altri ospedali, tutto sarà ripristinato com’era in precedenza. Questo è stato chiaro fin dal momento in cui è stato effettuata questa scelta e, posso assicurare, che il direttore generale di Asugi Antonio Poggiana lo ha garantito. Detto questo, sono davvero dispiaciuto di dover rispondere oggi a gente sconsiderata che, per mero calcolo politico, sta vergognosamente ingenerando paure e sospetti nella gente insinuando che i posti di terapia intensiva sono stati attivati appositamente a Gorizia per togliere la cardiologia e le chirurgie e che serviranno per ricoverare gente proveniente da altre regioni».

«Che dire? Mentre la gente fuori sta morendo e l’Italia ha superato la Cina come numero di decessi, mentre medici e infermieri sono allo stremo e ci sono livelli di sofferenza inimmaginabile, mentre tutti stanno implorando di aumentare i posti di terapia intensiva, a Gorizia si innesca una polemica disgustosa sul web contro l’attivazione di questi 16 posti di terapia intensiva. E sono gli stessi che chiedevano e continuano a chiedere strutture e cure ospedaliere per i migranti, gli stessi che ogni giorno si professano paladini della solidarietà. Sciacalli. Capaci, con le loro insinuazioni, le cose dette a metà, i commenti subdoli, di trasformare in fango le azioni positive». 

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