Alloggi e case vacanze a Trieste: uno su tre è irregolare. E scatta l’offensiva

Giro di vite contro i furbetti dell’ospitalità. Nel 2019 sottratti alle casse comunali 500 mila euro di tassa di soggiorno. E l’evasione dell’Iva vale diversi milioni
Turisti davanti all'hotel Savoia
Turisti davanti all'hotel Savoia

TRIESTE Scatta l’offensiva contro i “furbetti” delle vacanze. Un “esercito” di titolari di affittacamere, residence e alloggi per turisti che risultano del tutto sconosciuti al Fisco, oltre che agli altri operatori del settore. Gli stessi che, stanchi di subire questa concorrenza sleale, incalzano ora istituzioni e forze dell’ordine per intensificare i controlli e sanare le irregolarità.

Serve insomma un cambio di passo per stroncare un fenomeno che ha assunto ormai proporzioni allarmanti. Secondo le stime di Federalberghi, infatti, ben il 30% delle strutture ricettive presenti in città sono fuori legge. Un business illecito che determina per le casse comunali mancate incassi della tassa di soggiorno per 500 mila euro per quanto, ammanchi del valore di 400 mila euro per altre imposte e milioni di euro evasi sul fronte dell’ Iva. Di qui la decisione di alzare la voce e chiedere un tavolo di confronto tra i rappresentanti della categoria, per una stretta giudicata ormai non più rinviabile.

Negli ultimi anni sono centinaia i triestini che hanno iniziato a mettere a disposizione dei turisti appartamenti o semplici stanze. Un modo per arrotondare le entrate familiari, magari sfruttando una seconda casa libera o spazi inutilizzati nella propria. E per cavalcare il business molti cercano anche di acquistare nuovi alloggi, proprio per metterli a reddito, soprattutto nel centro cittadino, considerando che l’ospitalità con questa formula ha una rendita molto più elevata rispetto a un semplice affitto con un inquilino fisso e una locazione mensile.

Posti letto che crescono costantemente quindi, con una concorrenza che si gioca anche a livello di servizi forniti dai proprietari. Tra i vari annunci presenti sul web c’è chi offre la colazione, chi il noleggio gratuito di biciclette e ancora depliant e guide in varie lingue o chi ancora si offre come cicerone per una visita in città. Anche i prezzi scendono con l’aumento della disponibilità. Per un pernottamento in una stanza privata, con bagno in comune, defilata dal centro, si possono spendere poco più di 20 euro.

La stretta sugli irregolari è scattata di recente anche a livello nazionale. Da giugno sono state rafforzate le verifiche in tante regioni italiane, in particolare nelle località balneari, in montagna e nelle città d’arte. Dalle indagini della Finanza sono risultate irregolari due situazioni su tre. Il caso più recente qualche giorno fa, a Venezia, dove sono state sanzionate otto strutture su dieci visitate, risultate irregolari. Diversi gli illeciti riscontrati: in alcuni casi mancava la comunicazione di avvio attività, in altri le tasse non erano state versate, in altri ancora - per lo più b&b e appartamenti turistici - lavoravano dipendenti in nero.

A Trieste, anche alla luce della levata di scudi della categoria, gli accertamenti diventeranno più rigorosi. Del resto pizzicare i furbetti non è difficilissimo visto che chi affitta appartamenti o stanze si promuove sul web, dov’è possibile vedere il nome del titolare che offre il servizio, le foto dell’alloggio e e i recapiti. C'è chi ha creato anche un sito o un blog dedicati, per attirare più clienti. Facile quindi effettuare controlli incrociati. Tasse non versate ma anche documenti non comunicati regolarmente. Chi ospita in modo irregolare spesso non invia alla Questura i dati dei propri ospiti, un obbligo che spetta a ogni proprietario al momento del check-in. C’è da dire che sul web le regole in tema di contributi da versare e documenti da registrare sono pubblicate chiaramente, su uno dei siti più popolari in tema di case vacanza. Spetta poi alla persona metterle in pratica. E’ di qualche giorno fa poi la notizia che l’Agenzia delle Entrate ha dato il via libera alla cedolare secca con aliquota del 21% anche per le locazioni brevi, gli appartamenti turistici punto. Se poi durante i controlli risulterà operativa un’attività commerciale, gli introiti dovranno essere dichiarati come redditi d’impresa. —


 

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