Alloggi Ater all’ex Inam di Gorizia, consegna entro autunno
I lavori sono pressoché completati. Ma per la consegna ci vorrà ancora un po’ di tempo. Ci riferiamo al maxi-intervento Ater di via Vittorio Veneto. L’ultimazione dell’intervento era prevista per la fine del mese di aprile: definire attesissima tale realizzazione è quasi un eufemismo, considerata la “fame” di alloggi popolari anche nella nostra città.
«Da adesso ci vogliono circa ulteriori sei mesi - fa sapere l’ex Iacp - per il rilascio di tutte le certificazioni previste. Si presume, pertanto, che la consegna avverrà nel prossimo autunno». Dunque, buone notizie. Nel complesso di via Vittorio Veneto (che ospitò l’Inam) sono stati realizzati ben 39 alloggi popolari. Il ribasso, lo ricordiamo, fu dell’11,26% mentre l’importo a base d’asta ammontò a 4.343.625,18 euro di cui 201.630,38 per gli oneri di sicurezza. Ad occuparsi dell’intervento è stata l’impresa “Imeco spa” di Lecco, aggiudicataria dell’appalto per l’importo di 3,9 milioni.
Un po’ di storia: l’edificio venne costruito nella metà degli anni Sessanta su progetto dello studio Calini-Montuori di Roma, ed è stato sede prima degli ambulatori Inam e successivamente degli uffici direzionali dell’Ass sanitaria isontina. Sul finire degli anni Novanta, a seguito del manifestarsi di alcuni segni di degrado strutturale, l’edificio venne dismesso dall’Ass e nel 2002 venne acquistato dall’Ater. Il fabbricato presenta una superficie coperta di 1.190 metri quadrati ed un volume complessivo pari a 16.614 metri cubi, con un’area scoperta della superficie di 1.033 mq.
L’edificio, oltre al piano scantinato, si sviluppa su 5 piani fuoriterra in corrispondenza dell’ala prospiciente via Vittorio Vento e di parte del corpo centrale verso via della Bona, e su quattro piani fuori terra in corrispondenza dell’ala ovest. Il progetto, redatto dagli uffici tecnici dell’Ater con la collaborazione di alcuni professionisti esterni, prevedeva la ristrutturazione dell’immobile con la destinazione ad uso residenziale dei locali in origine destinati ad uffici.
Ma perché parliamo di intervento molto atteso? Perché è forte la fame di alloggi in città, in considerazione anche del caro-affitti. Sette anni fa la proporzione era questa: l’80% per cento delle domande di contributi taglia-affitti veniva formulato dagli stranieri, il 20% dai goriziani. «Oggi la proporzione si è ribaltata: due terzi dei richiedenti sono locali, un terzo non italiani», ha spiegato di recente l’assessore comunale al Welfare, Silvana Romano. «E questo ci deve far riflettere. La crisi ha portato molte famiglie goriziane a chiedere un aiuto per poter pagare l’affitto».
L’ultimo bando comunale, lo ricordiamo per rinfrescare la memoria, ha visto ben 376 famiglie richiedere i fondi. Non bastasse questo numero (in crescita del 7% rispetto al 2012 quando le richieste furono 353), sono aumentati considerevolmente i nuclei familiari che rientrano nella fascia Isee “zero”. Ed è questo l’elemento più preoccupante perché si tratta della schiera di persone più debole costituita da goriziani che sono senza occupazione e per i quali, a fronte di introiti pari a zero, pagare l'affitto di fatto è diventato impossibile. In totale, l'ammontare degli aiuti richiesti raggiunge gli 885mila euro.
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