All’Icgeb arriva il super laboratorio dei farmaci biotech

La struttura fornirà le certificazioni internazionali e potrà fare da attrattore per lo sbarco di nuove imprese
Lasorte Trieste 20/12/17 - Regione, ICGEB, Presentazione Biotecnologie
Lasorte Trieste 20/12/17 - Regione, ICGEB, Presentazione Biotecnologie
Un laboratorio all’avanguardia nel campo dei farmaci biotecnologici e un attrattore per lo sbarco a Trieste di nuove aziende farmaceutiche. È stato presentato il progetto da 4 milioni di euro che punta ad ampliare il Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia (Icgeb) di Padriciano con una nuova struttura impegnata nel campo dei farmaci cosiddetti biosimilari. La Regione ha stanziato in finanziaria 3 milioni in tre anni, cui si aggiungerà un altro milione messo a disposizione dallo stesso istituto, che ospita ricercatori da 30 paesi ed è inserito in una rete internazionale con due sedi gemelle a Nuova Delhi e Città del Capo. L’obiettivo è realizzare un laboratorio di ultima generazione, in grado di fornire le certificazioni internazionali necessarie alle imprese che intendano produrre medicinali derivanti da processi biologici e non da sintesi chimica, i cui brevetti siano scaduti e di cui si possa dunque avviare la realizzazione a prezzi bassi favorendo la diffusione di “generici” nei paesi in via di sviluppo e abbattendo i costi della sanità pubblica, che solo in Italia spende per questo genere di prodotti 3,7 miliardi all’anno e coi biosimilari potrebbe risparmiare il 35%.Sono farmaci entrati sul mercato nel 1982 grazie all’uso delle biotecnologie e realizzati usando cellule, batteri e lieviti: ne sono esempi l’insulina umana, l’ormone della crescita, il vaccino anti epatite B, l’interferone, l’eritropoietina e vari vaccini antitumorali. In elenco 350 medicinali di cui 35 con brevetto scaduto; molti altri i brevetti agli sgoccioli.


La produzione non sarà affidata direttamente al laboratorio Icgeb, che avrà però la fondamentale funzione di accertare la validità del prodotto e certificarne la qualità prima della messa in vendita. L’impatto economico è rilevante: fra i 10 farmaci che danno più profitto alle industrie 7 sono biotecnologici. Per la presidente Debora Serracchiani, che ha definito il laboratorio «unico in Italia e unico (in quanto non di proprietà di una casa farmaceutica) anche in Europa», «è un’iniziativa importante per l’intero paese, con un carattere non solo di ricerca ma anche imprenditoriale, il cui scopo non è il profitto ma l’ampliamento della fruizione da parte dei cittadini, visto che parliamo di farmaci».


Per il direttore di Icgeb Mauro Giacca «quello dei biosimilari è un mercato da 35 miliardi l’anno a livello mondiale. Noi passeremo dal laboratorio di ricerca a quello per l’impresa. A oggi disponiamo di un’unità che produce alcuni di questi farmaci per poter insegnare la produzione alle industrie farmaceutiche di paesi in via di sviluppo: abbiamo 57 accordi di collaborazione in 19 paesi. Trasformarci in laboratorio in grado di certificare prodotti renderà Icgeb interessante per le aziende farmaceutiche, che potrebbero stabilirsi a Trieste, ottenere le certificazioni e poi andare sul mercato, trasferendo al contempo il know how ai paesi in via di sviluppo». Per l’assessore Loredana Panariti, «realizzare infrastrutture di ricerca è uno dei nostri obiettivi più importanti, per attrarre capitale umano ad alto valore aggiunto. Il territorio ospita importanti realtà del biomedicale e della scienza della vita: ora un grande istituto internazionale entra in questa rete, facendosi attrattore, generando opportunità di sviluppo per imprese locali e creando posti di lavoro di qualità».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Il Piccolo