Allenatore di calcio bocciato al corso ricorre a Napolitano
di Claudio Erné Pompeo Salvatore Bovino, titolare di un frequentato salone da barbiere di Opicina, ha chiesto giustizia al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Mi hanno bocciato al corso...
TRIESTE. Pompeo Salvatore Bovino, titolare di un frequentato salone da barbiere di Opicina, ha chiesto giustizia al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
«Mi hanno bocciato al corso di allenatore di calcio di terza categoria. Mi hanno negato il patentino, impedendomi così di seguire le squadre che volevano affidarsi alla mia esperienza e alle mie capacità. Presidente, intervenga Lei».
La richiesta di giustizia nella forma di un ricorso straordinario al Capo dello Stato è stata presentata qualche mese fa. Sembrava iniziata un’attesa prolungata. Invece c’è stata una gradita sorpresa. Il barbiere di Opicina, già allenatore della Roianese e del CGS, ha avuto il potere di attivare in tempi brevissimi non solo il Presidente Giorgio Napolitano ma anche i vertici della Federazione italiana gioco calcio, preoccupati per la presentazione del ricorso contro la bocciatura.
Gianfranco Abete, presidente federale è intervenuto di persona e, come gli consente la legge, ha incaricato i legali della Figc, gli avvocati Luigi Medugno e Letizia Mazzarelli, di chiedere il trasferimento della sede di discussione del ricorso dalla Presidenza della Repubblica al Tribunale amministrativo regionale del Lazio. L’iniziativa ha avuto buon fine e l’8 agosto il barbiere di Opicina, assistito dall’avvocato Carmine Pullano, potrà far valere le proprie ragioni al Tar.
La bocciatura al corso allenatori di Terza categoria - Corso base Uefa B, conclusosi a Trieste lo scorso dicembre, a giudizio di Pompeo Salvatore Bovino, è ingiusta, immotivata e penalizzante. Delle sei prove di esame ben cinque sono state superate di slancio dal barbiere-allenatore. Solo l’esito dell’interrogazione di Tecnica calcistica - parte teorica, non sarebbe stata soddisfacente a giudizio dei colleghi forniti di patentino che lo avevano “interrogato”.
Ecco perché nel ricorso l’avvocato Carmine Pullano sottolinea la grande disparità di trattamento riservata al suo assistito rispetto agli altri candidati allenatori: il legale cita inoltre quello che a suo giudizio sarebbe stato un clamoroso “sviamento di potere”. In altri termini la bocciatura sarebbe stata determinata da non meglio specificati interessi privati, mascherati da interessi pubblici. Va aggiunto che Pompeo Salvatore Bovino è stato anche interrogato a Udine come testimone da un magistrato della Procura federale della Figc. Se quanto è emerso in quella sede ha eventualmente innescato un procedimento disciplinare che coinvolge altre persone, al momento non è dato sapere. In effetti la bocciatura e la negazione del patentino di allenatore di terza categoria, stridono clamorosamente con i successi conquistati sul campo dall’allenatore di Opicina a cui è stato negato il patentino. Per anni le formazioni di calcio a sette gestite da Bovino, hanno trionfato in numerosi tornei provinciali. Anche le “sue” squadre giovanili hanno mietuto successi e hanno portato alla ribalta atleti di sicuro interesse provenienti anche dalla vicina Slovenia.
«Salvatore Bovino riesce a entusiasmare i giovani calciatori che gli vengono affidati: li coinvolge, li motiva e trasforma un gruppo di atleti in una squadra. È un allenatore vincente che forse ha suscitato l’invidia di qualcuno perché non frequenta i giri giusti» spiega il papà di un atleta entrato nel mondo del calcio grazie a un barbiere di Opicina che ha avuto il coraggio di ribellarsi a quella che ritiene un’ingiustizia, rivolgendosi al Presidente Napolitano.
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