Allenamenti della Triestina, piani personalizzati per la ripresa

Il preparatore atletico Bossi: "I giocatori lavoreranno individualmente, gradualmente e con la mascherina"
Una partita della Triestina
Una partita della Triestina

TRIESTE. Da qualche giorno, come tutti gli altri cittadini, anche i giocatori alabardati non sono costretti a rimanere a casa a fare esercizi fisici in salotto, ma possono finalmente andare a correre all’aperto.
Attenzione però, perché non si tratta solo di rispettare i vari decreti e ordinanze tra mascherine e distanze di sicurezza, ma anche di salvaguardare il proprio fisico e di stare accorti a come si riprende a correre. Perché una cosa è farlo in gruppo e su un campo come era stato fino a un paio di mesi fa, un’altra farlo da soli in un contesto dalle condizioni decisamente diverse.

Lo sottolinea Luca Bossi, il preparatore atletico della Triestina che non ha smesso nemmeno un giorno di tenere i contatti con i giocatori: «Sì, anche loro finalmente sono liberi di correre all’aperto, ognuno ovviamente da solo e con la regolare mascherina. Hanno già tutti ripreso con programmi personalizzati che abbiamo fornito loro, perché questa fase è molto delicata. A parte gli esercizi casalinghi, infatti, l’attività motoria manca da quasi due mesi, e si è perso inevitabilmente un po’ di tono muscolare».

Da qui, le indicazioni precise date a tutti da Bossi, che tengono conto anche di altri aspetti rilevanti: «Vista la lunga inattività, il programma di corsa prevede un iter molto graduale e progressivo. Inoltre bisogna considerare altri due fattori. Molti ragazzi mi hanno confessato di soffrire abbastanza con la mascherina, come è ovvio che sia. Ovviamente si rispettano le regole, ma certo è un fattore di fastidio nella corsa. E poi c’è il fatto che si va a correre sull’asfalto, una superficie a cui i giocatori non sono abituati a calpestare».

Proprio questo aspetto, apre notevoli insidie sull’aspetto articolare e muscolare: una cosa è correre su un campo in erba morbido ed elastico, un’altra sull'asfalto delle strade cittadine. «Senza l’esperienza del campo, in questo periodo si sono avuti fisiologicamente dei decrementi importanti delle masse muscolari e della forza. Riprendere a correre su superfici molto rigide, può comportare sovraccarichi tendinei, soprattutto per chi già soffre di questi fastidi. Quindi è ovvio che bisogna procedere per gradi, per riadattare articolazioni e muscolatura».

Ha fatto scalpore la decisione di permettere dal 4 maggio solo gli allenamenti delle discipline individuali, rinviando ancora quelli degli sport di squadra. «Credo che il problema - osserva Bossi - sia che le società dovrebbero sanificare tutte le zone dove ci si allena, campi, spogliatoi eccetera. E prima di tutto bisogna capire se si giocherà, perché solo così avrebbe senso riparlare di allenamenti di gruppo. Se non c’è una prospettiva di questo genere, cade la necessità e ritorna il discorso del mantenimento individuale. Poi è ovvio che se non ci fossero queste misure restrittive sulla sanificazione, correre in un campo di calcio magari diviso in quattro zone, sarebbe molto più sicuro di andare a correre a Barcola dove c’è parecchia gente».

In ogni caso, che sia fra venti giorni o direttamente la prossima stagione, la ripresa comporterà una serie di attente valutazioni: «Chiaramente sarà una ripresa particolare: i ragazzi arriveranno da carichi di lavoro di tipo diverso con condizioni fisiche molto differenti. Bisognerà essere bravi a ricalibrare i carichi, iniziare con lavori personalizzati e un periodo di ricondizionamento generale a bassa intensità per rimettere tutti in pari». 

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