Alleanza per salvare il patrimonio culturale delle madri Orsoline

Biblioteca statale isontina e Musei provinciali al lavoro Già acquisite 30 cinquecentine e i manoscritti di Marussig   
Bumbaca Gorizia Aerea Orsoline
Bumbaca Gorizia Aerea Orsoline
L’addio delle Orsoline è certo ma chi acquisirà il loro patrimonio costituito, ad esempio, da una biblioteca e da preziosi tessuti? Viene, ovviamente, da pensare alla Bsi per quanto riguarda i libri e al Museo della Moda (di Borgo Castello) per quanto riguarda i tessuti. La Biblioteca, per la verità, si è già mossa. «Abbiamo acquistato 30 cinquecentine e i cinque manoscritti del Marussig», afferma il suo direttore, Marco Menato. «L’operazione si è concretizzata dopo un anno di trattative: i materiali sono entrati alla Bsi da pochissimo». Non si esaurisce certo qui, ad ogni modo, il patrimonio librario delle Orsoline. «In effetti di materiale ce n’è altro, ad esempio, del 600, del 700 – racconta Menato –. E, per quanto riguarda gli argomenti, ci sono materiali molto importanti sulla musica. A quanto mi risulta, la Curia, per la parte del 600-700 avrebbe un interesse notevole. Ma mi risulta pure che le Orsoline volessero vendere “in blocco” i loro beni, e, possibilmente, ad un acquirente del territorio. La parte musicale può interessare soprattutto il Civico museo teatrale Carlo Schmidl di Trieste ma anche i Conservatori Tartini e Tomadini». Eppure, proprio per la parte musicale Menato non cela l’attenzione: «Non si tratta di un materiale imponente – afferma –. Di conseguenza, si potrebbe pensare di acquisirlo (mi riferisco, ovviamente, solo alla parte libraria); credo che il prezzo sarebbe piuttosto contenuto. Ci sono, ad esempio, volumi di storia della musica, parecchi strumenti, libri di musica pensati per bambini (che, ad esempio, potrebbero arricchire “Gorizia magica”, la mostra in corso alla Fondazione Carigo)». Si tratta, ad ogni modo, di operazioni che non potrebbero concretizzarsi in pochi giorni. Le acquisizioni delle trenta cinquecentine e dei cinque manoscritti di Giovanni Maria Marussig hanno, ad esempio, richiesto trattative estremamente lunghe e complesse. «C’è stata anche una perizia sul materiale per stabilire un prezzo (da parte di un antiquario di Trieste, che ha pensato a un prezzo minimo e a un prezzo massimo). Noi avevamo già dei pezzi del Marussig e così si completa il panorama su questo illustre personaggio: ciò rappresenta un fatto molto importante». Ma c’è, come detto, anche il discorso sui tessuti delle Orsoline che non possono non interessare un’esperta del settore come Raffaella Sgubin. «In effetti, mi occupo di questo settore del patrimonio delle Orsoline da tempo. Mi risulta, tuttavia, che ci sia un’opzione da parte dell’Arcidiocesi per acquisire il loro intero patrimonio. Sono, quindi, in attesa di sapere come la cosa potrà evolversi. Per il momento, ho raccolto i preventivi, le stime e ne parlerò presto anche con l’assessore regionale Torrenti. Ad ogni modo, da quando si è cominciata a prospettare la chiusura del monastero ho manifestato l’interesse dei Musei provinciali ad acquisire il materiale e confermo un interesse dell’Erpac su diversi settori del patrimonio delle Orsoline, non soltanto su quello tessile».


Ma dove risiede l’importanza di tale patrimonio tessile? «Si tratta di un corpus unitario – afferma la Sgubin – in eccezionale stato di conservazione, di grande qualità esecutiva. Inoltre, nel patrimonio dei Musei già ci sono tutti i cartoni da ricamo che si riferiscono a tale patrimonio; sono stati acquisiti da Giovanni Cossar a inizio’900. In altre parole, i Musei possiedono tutta la parte progettuale che a tale patrimonio si riferisce: sarebbe pertanto di straordinario interesse poter abbinare la parte progettuale ai manufatti. Siamo quindi a disposizione ad ogni forma di collaborazione con altri enti, e, certo, con l’Arcidiocesi, per garantire la conservazione, la fruizione e la valorizzazione di questo materiale».


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