Alle Poste in coda fino alle 22.30 per pagare la Tares
Il “cervellone” che si guasta, i contribuenti che attendono l’ultimo minuto per pagare il dovuto, gli impiegati senza alcun potere “certificatorio” e la Polizia che arriva in forze: sono gli ingredienti della mini commedia tragicomica “andata in onda” lunedì fino alle 22.30 alla Posta centrale.
Tutto inizia alle 19.05, cinque minuti prima della chiusura degli sportelli presi d’assalto dai “ritardatari” per il pagamento della Tares, la tassa sui rifiuti. Il sistema elettronico centrale va in tilt e le operazioni di pagamento si fermano: in coda circa 40 persone. Gli impiegati, volonterosi e ottimisti, consigliano di aspettare. Invano. Finchè alle 21, a computer bloccati, un’altra tegola sui contribuenti “last minute”: le Poste non possono o non vogliono certificare il loro guasto, condannando chi è in fila a pagare anche la sanzione prevista per chi non ha regolato la tassa in tempo. Una giovane signora chiama a questo punto la Polizia, che invia prima una “Pantera” e poi un’altra, con i formulari dei verbali in cui si certifica la “buona volontà” dei contribuenti, evitando la multa.
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