Alle isole Incoronate scoppia la guerra degli ormeggi abusivi

Ce ne sarebbero 540 preparati da ristoranti e trattorie che offrono il servizio gratuitamente ai diportisti ospiti

SEBENICO Ormai è muro contro muro tra i vertici del Parco nazionale delle Incoronate e i proprietari della grande maggioranza di ristoranti e trattorie presenti in questo incredibile arcipelago dalmata. Dello scontro hanno scritto i principali media della regione adriatica e del resto della Croazia, un duro confronto causato dalla presenza nelle Incoronate di moli, pontili e ormeggi abusivi, dai quali né lo Stato croato, né il parco nazionale ricavano un centesimo che sia uno.

In questo stupendo angolo adriatico, da decenni in regime di tutela, vi sono 30 ristoranti e trattorie, che un tempo erano semplici casette per pescatori, costruzioni che venivano utilizzate dai cornatari – gli abitanti dell'area – per sistemare gli attrezzi da pesca e ripararsi in caso di maltempo. Piano piano, i titolari delle casette hanno cominciato a prepare pesci alla griglia, offrendoli a prezzi alquanto modici ai diportisti che calavano l'ancora nella vicina insenatura. Poi i pescatori hanno capito che era un'attività in grado di assicurare guadagni niente male; l'area per le grigliate è diventata sempre più grande, come pure la costruzione annessa.

Sono sorti esercizi ristorativi degni di tal nome e con essi piccoli moli, pontili, vere e proprie rive, dotate di tutto punto e con aree per l'ancoraggio. Un'esplosione di immobili abusivi, boe comprese, venuti alla luce senza il benché minimo permesso, con danni sia per il parco nazionale, sia per lo Stato, sia per i vicini porticcioli turistici. È noto che dei 30 ristoranti nelle Incoronate, solo 4 hanno la concessione per l'ancoraggio, mentre due locali sono aperti nell'ambito dei marina di Zut e Peschiera (Piškera). Dunque, 24 esercizi (forse anche qualcuno in più) offrono servizi ristorativi privi delle necessarie licenze, con i diportisti che – pranzando o cenando – non pagano l'ormeggio, legando le loro imbarcazioni a pontili, rive e moli, realizzati in maniera illegale.

Si calcola in questo modo che i danni ammontino ogni anno a svariati milioni di euro. «Avevo denunciato il problema anche l'anno scorso, ma purtroppo non si è fatto nulla – è quanto dichiarato dal direttore del Parco nazionale, Josip Zanze – il competente ministero croato ha cominciato a muoversi negli ultimi mesi e speriamo ci siano risultati concreti. Gli abusi sono tanti, con ristoratori e diportisti che credono di poter avere gratis dei servizi i quali, in base alle leggi, vanno invece pagati. Nelle Incoronate i ristoranti dispongono di 540 posti barca e la stragrande maggioranza di essi è stata costruita o posizionata senza documenti, in una totale anarchia alla quale bisogna porre freno. Credo che a Zagabria lo abbiano capito».

Zanze ha ricordato che gli ancoraggi riguardanti i ristoranti nei marina di Zut e Peschiera sono naturalmente a pagamento, essendo in regime di concessione. Quindi Zanze ha fatto un po' di calcoli, rilevando che se negli ultimi 15 anni ci fossero stati 50 giorni di pagamenti per 220 ormeggi – per un costo medio di 27 euro ogni imbarcazione – il parco nazionale delle Incoronate avrebbe incamerato almeno 33 milioni di kune, pari a 4 milioni e 450 mila euro. Denaro andato in fumo e con il quale invece si sarebbero portati a termine importanti progetti, atti a migliorare la permanenza dei visitatori nell'arcipelago.

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