Allarme truffe e frodi online Trieste maglia nera d’Italia

Fenomeno in crescita del 10% in un anno. Decisivo l’alto tasso di persone anziane ma i raggiri informatici dimostrano che l’identikit delle vittime è ormai variegato
Non aprite quella porta. Ma nemmeno quella mail o quel link. Perché, si scopre ora, Trieste vanta il poco lusinghiero primato delle truffe e delle frodi informatiche. Ben 398 ogni 100mila abitanti, tante sono state denunciate nel 2016. Un incremento del 10% rispetto all’anno prima. Niente di nuovo, visto che la pratica di raggirare le vecchiette sole in casa, magari inventandosi finti controlli tecnici sui contatori, è arcinota. Così come quella dei siti con finti account. Il fatto è che il capoluogo, con il suo altissimo tasso di anziani, sta scalando le classifiche nazionali. È il
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ore
a dirlo, in un inedito studio su criminalità e insicurezza pubblicato nell’edizione di ieri. Numeri e statistiche che rielaborano dati forniti dal dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno.


Lo studio del quotidiano di Confindustria in realtà passa in rassegna svariati reati: omicidi (maglia nera a Vibo Valentia, sul podio pure Crotone e Reggio Calabria), furti (Rimini, Milano e Bologna), furti in abitazione (Lucca, Asti, Modena), furti di autovetture (Barletta, Bari, Foggia). E, ancora, furti nei negozi (Bologna, Milano, Rimini, con Trieste nella “top five”), estorsioni (Nuoro, Asti, Foggia), rapine (Napoli, Milano, Caserta), scippi (Prato, Napoli, Bari) e borseggi (Rimini, Milano, Bologna, con Trieste decima).


Allargando lo sguardo su tutti i fenomeni di criminalità possibili, emerge che ogni giorno in Italia vengono commessi quasi settemila reati. Sono 284 all’ora. Si tratta tuttavia di un calo del 7,4%: perdono terreno, sempre a livello nazionale, quasi tutti gli illeciti; mentre crescono crimini come l’ “usura” (+9%), insieme alle “truffe” e alle “frodi informatiche” (+4,5%). Due voci, quest’ultime, in cui Trieste fa peggio di Napoli. Che, su questa tipologia di delinquenza, è al decimo gradino dopo città come Savona, Imperia, Nuoro, Sassari, Genova, La Spezia, Bologna e Siena.


Perché il capoluogo del Friuli Venezia Giulia figura così negativamente? A cosa si collegano le truffe, tanto in casa quanto in internet? Il motivo è stato più volte abbozzato, tanto dalle forze dell’ordine quanto dalle istituzioni competenti: l’elevata presenza di ultraottantenni, una fascia d’età fragile e più esposta all’astuzia degli imbroglioni di professione. Non a caso il vicesindaco Pierpaolo Roberti ricorda al
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che «forse la ragione è l’alta presenza di anziani». Recentemente il Comune, assieme alle forze di polizia e a vari enti locali, aveva avviato la campagna informativa “Ocio alla truffa”, proprio con l’obiettivo di porre un freno.


Ma gli episodi di cronaca sono quasi all’ordine del giorno. Il modus operandi, spesso vincente, è più o meno lo stesso: individui che si presentano alla porta e che, con una scusa o l’altra, riescono ad entrare nell’alloggio del malcapitato. Talvolta per un controllo ai contatori o un finto guasto. Oppure, ancora, fingendo qualche disgrazia capitata a un parente e che rende assolutamente necessario il versamento di una somma. È accaduto a inizio mese: un finto avvocato che, previa telefonata, è riuscito a farsi consegnare da un’anziana gioielli e altri oggetti di valore.


Ma le vittime ora sono anche i sacerdoti: ha fatto clamore, una decina di giorni fa, il personaggio che telefonava alle parrocchie domandando soldi. Chiedeva aiuto per un presunto incidente in cui sarebbe rimasta coinvolta la moglie. Niente di vero. I preti hanno annusato subito l’inganno e sono andati a riferire tutto ai carabinieri.


L’impennata investe pure le frodi informatiche, denunciate alla Polizia postale. E qui l’età anagrafica c’entra fino a un certo punto. Come operano i malintenzionati? Vendono online merce contraffatta o inesistente. Oppure clonano account e carpiscono numeri di carte di credito, ad esempio, spesso approfittando dei canali di vendita non sufficientemente protetti.


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