Allarme Tbc, malati 4 bambini e due adulti

L'azienda sanitaria ha tirato le somme dopo aver concluso i test su quasi 2500 bambini entrati in contatto con la pediatra malata. In 294 non si sono presentati al test. Altri casi tra familiari e collaboratori
Allarme Tbc non solo per i bimbi: test anche su 300 invitati di un banchetto nuziale
Allarme Tbc non solo per i bimbi: test anche su 300 invitati di un banchetto nuziale

TRIESTE L'Azienda sanitaria ha tirato le somme sul caso Tbc scoppiato lo scorso settembre quando una pediatra convenzionata dell'Asuit addetta ai vaccini ha contratto la malattia, ma se ne è accorta solo dopo parecchi mesi, facendo scattare una massiccia operazione sanitaria che ha coinvolto quasi 3mila bambini. 

 

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"L’aggiornamento definitivo degli elenchi - si legge nella nota dell'Asuit - ha evidenziato che i bambini da testare erano 2790, nati fra il 13 novembre 2008 ed il 23 agosto 2016, con età al momento del contatto compresa fra 0 e 6 anni. Su 2790 bambini invitati telefonicamente o attraverso raccomandate se ne sono presentati 2496.

I bambini che non si sono presentati risultano essere 294; le famiglie in questione sono invitate a contattare il numero verde sanità 800991170 per prendere appuntamento.

Dei 2518 bambini sottoposti a test tubercolinico di Mantoux o al Quantiferon test, i positivi in totale sono risultati essere 9, di cui 4 affetti da tubercolosi non contagiosa e 5 positivi al test (né malati né contagiosi). Per quanto riguarda i contatti familiari o assimilabili, sono risultate positive al test 5 persone adulte su 18, di cui 4 in trattamento preventivo con Isoniazide ed una con sospetta tubercolosi polmonare non contagiosa posta in terapia antitubercolare.

Fra i 10 collaboratori professionali che hanno operato a stretto contatto col caso indice, 3 sono risultati positivi al test, di cui 2 in trattamento preventivo con Isoniazide e 1 con tubercolosi polmonare non contagiosa posta in terapia.

Fra i 26 contatti lavorativi occasionali una sola persona è risultata positiva al test. Il protocollo ha permesso di intercettare tutti i bambini e gli adulti testati in una fase molto precoce dell’infezione, per cui nessuno è da considerarsi contagioso".

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