Allarme povertà, in Fvg il 40% taglia il medico
TRIESTE. La crisi allontana la gente da medici, ospedali e farmacie. Non è una bella notizia visto il motivo: troppo spesso non ci sono abbastanza soldi e così, taglia qua e taglia là, si finisce col rinunciare persino alle cure essenziali. È forse, questo, il contraccolpo peggiore della congiuntura economica che ha trascinato le famiglie negli ultimi anni in condizioni talvolta disperate. Un problema che investe, in Friuli Venezia Giulia, il 40% della popolazione. Quattro persone su dieci, oltre che la cinghia, stringono pure i denti e si tengono il dolore.
Un dato di poco inferiore a quello medio italiano che arriva al 46% (con punta massima del 73% in Campania e minima del 19% a Trento), al quale se ne aggiunge un altro: il 13% di chi non ce la fa domanda un prestito di circa tremila euro, dopo aver rinunciato a viaggi, vacanze, spese per hobby e abbigliamento. Sempre in Friuli Venezia Giulia, una buona fetta non solo evita le cure essenziali, ma anche quelle più urgenti: l’8% in questo caso.
Numeri portati a galla in uno studio approfondito di Altroconsumo che ha fatto i conti in tasca all’intero Paese. Gli italiani, stando alla ricerca, per esami, medicinali e terapie, spendono mediamente il 14% del reddito netto familiare. Quasi 2mila euro in tutto ma si raggiungono i 2mila 400 per le patologie croniche. Somme che costringono i cittadini a stare alla larga da ambulatori e medicinali con l’effetto che aumentano le giornate di malattia e dunque di assenza dal posto di lavoro: dai 10 giorni l’anno del 2010 si è passati a 13 di media.
In ogni caso nell’intero territorio nazionale la prima voce di spesa per le cure resta, come si può immaginare, quella per il dentista: 1.385 euro l’anno, mediamente. Non è un dettaglio, quindi, che proprio in Friuli Venezia Giulia si stia assistendo a un innovativo progetto di “odontoiatria sociale” per assicurare interventi dentali gratuiti a chi non può permetterselo. Seguono, nella lita delle rinunce, stando ad Altroconsumo, le cure alla vista, ortopediche e all’udito.
Sono vari i fattori che spingono le persone a non interessarsi abbastanza alla propria salute: non solo le ristrettezze economiche, ma pure la distanza degli ambulatori da casa e le liste di attesa. Eppure, fa notare Altroconsumo, l’articolo 32 della Costituzione dice chiaramente che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Un’analisi che non è sfuggita al vicecapogruppo in Consiglio regionale di Forza Italia Rodolfo Ziberna che parla di «dati agghiaccianti» per il Friuli Venezia Giulia. «Certamente altre regioni meridionali registrano percentuali più alte, come la Calabria al 69%, il Lazio al 64%, l’Abruzzo al 63% e la Puglia al 53% ma la nostra fa buon fanalino di coda, mentre questa amministrazione si diletta ad affrontare temi non prioritari. Se il Friuli Venezia Giulia dovesse applicare le disposizioni del governo nazionale con cui imporre il pagamento di 180 esami diagnostici o specialistici, questa percentuale crescerebbe ancora e allora il diritto alla salute si affievolirebbe sempre più, andando progressivamente a demolire quell’oasi sanitaria felice che la nostra regione si è faticosamente conquistata con decenni di buongoverno». Il forzista mette sotto accusa la giunta Serracchiani che proprio in questi mesi sta cercando di attuare la riforma sanitaria varata recentemente. Il riferimento del berlusconiano va in particolare a uno degli ultimi provvedimenti della Regione vale a dire il piano della gestione delle emergenze: «Come abbiamo visto – chiosa – si chiudono punti di primo soccorso e si sopprimono ambulanze e auto mediche».
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