Allarme lupi in Slovenia, cresce la “psicosi” in Carso

I contadini d’oltreconfine denunciano un aumento delle incursioni negli allevamenti E le zone “calde” sarebbero a ridosso dell’Italia. Ma per gli esperti non c’è emergenza

DUINO AURISINA. È “psicosi” lupi sul Carso, in particolare nelle zone di Duino Aurisina più vicine al confine con la Slovenia, nonostante alcuni esperti del settore affermino che, in realtà, non tutti gli episodi di segnalazione di questa specie sarebbero veritieri e che i testimoni potrebbero anche confonderli con altri animali, come ad esempio gli sciacalli dorati, di norma non aggressivi né pericolosi nei confronti dell’uomo. Tant’è, i residenti e i contadini dell’altipiano stanno prendendo molto sul serio la protesta di piazza da poco inscenata a Velike Lasce, piccolo centro vicino a Lubiana, dal Sindacato dei contadini Sks.

Il portavoce della sigla, Anton Medved, nell’occasione ha spiegato che «i provvedimenti previsti dal governo, intenzionato ad abbattere 11 lupi, che, assieme agli orsi, sarebbero responsabili dell’uccisione di circa mezzo migliaio di animali da cortile e d’allevamento, non sono sufficienti».

Ad allarmare la gente del Carso sarebbe in particolare la denuncia, fatta dallo stesso Medved, che ha indicato la parte meridionale della Slovenia, assieme a quella occidentale, cioè proprio i versanti più vicini all’Italia, come le regioni «nelle quali si verifica la maggiore concentrazione di lupi».

Secondo le autorità di Lubiana, il territorio della Slovenia potrebbe ospitare in totale una novantina di unità. Stando invece a quanto affermato dai responsabili dell’Sks, il numero dei lupi in circolazione sarebbe doppio. Al punto che la sigla ha fatto promettere al ministro dell’Ambiente, Simon Zaic, che «saranno eliminati quelli in sovrannumero». In Slovenia, stando a un documento ufficiale del ministero sloveno dell’Ambiente e del Territorio, i novanta lupi sarebbero suddivisi in 14 branchi di cui 4 provenienti dalla Croazia.

Dal luglio del 2017 all’aprile del 2018 sono state trovate inoltre 386 prove genetiche della presenza dei lupi in vari luoghi della Slovenia. Sono stati poi analizzati geneticamente i corpi e il sangue di dieci lupi morti in questo periodo. In tutte le aree definite più “calde” è stato adottata la ricerca con il cosiddetto “howling test” e con le testimonianze dirette dei cacciatori.

Dei 14 branchi individuati, sei sono stati classificati come vitali, cinque in crescita, sue in declino e uno completamente stanziale in Croazia. In 12 di questi gruppi ultimamente sono nati dei cuccioli. Da otto anni a questa parte poi sarebbe in atto una lenta ma continua crescita della popolazione dei lupi dovuta anche all’esiguo numero di abbattimenti.

Tutto questo non significa ovviamente che i lupi debbano per forza avvicinarsi ai paesini del Carso triestino, ma la preoccupazione è legittima. Gli esperti italiani, come si accennava, restano comunque scettici su alcune testimonianze che parlano di presenze di lupi vicino al confine. Si potrebbe in effetti trattare, in certi casi, di «persone che scambiano cani con particolari caratteristiche per lupi». E sempre stando agli esperti del settore, in Europa i lupi sarebbero 17 mila, tremila dei quali in Italia, accentrati in particolare nelle zone del Salento, della provincia di Bologna e in Versilia.

Sul Carso, dunque, non ci sarebbe motivo di particolare preoccupazione, pur rimanendo necessario prestare sempre la massima attenzione.—


 

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