Allarme lavoro, 27mila i “desaparecidos”

Tecnicamente li chiamano “inattivi”, sono persone che si sono arrese, non cercano più un posto. Perlopiù giovani
In un’immagine d’archivio una fila di giovani all’ufficio lavoro
In un’immagine d’archivio una fila di giovani all’ufficio lavoro

Tecnicamente si chiamano “inattivi”. Ma potrebbero essere chiamati anche “scoraggiati” o “disillusi”. Sono coloro che non cercano nemmerno più un lavoro. Si sono stufati, si sono arresi di fronte all’assenza di opportunità di occupazione. Sino ad oggi non erano mai stati forniti numeri sull’entità del fenomeno ma grazie ai dati rielaborati dalla Regione per conto della Provincia siamo in grado oggi di “inquadrare” il fenomeno.

Gli inattivi dai 15 ai 64 anni sono stimati in 27mila in provincia di Gorizia, di cui 10mila uomini e 17mila donne. «Un numero a dir poco enorme e che mostra quale sia il livello di demotivazione di chi non ha un lavoro. In questi 27 mila c’è un numero consistente di studenti che, terminata l’esperienza scolastica e trovate molte porte chiuse, il lavoro nemmeno lo cercano più», sottolinea l’assessore provinciale al Welfare Ilaria Cecot. Perfettamente concorde Umberto Brusciano, segretario provinciale della Cisl. «Si tratta di dati che, purtroppo, non ci stupiscono.

Ormai c’è un esercito di persone che non hanno più fiducia nei Centri per l’impiego e nelle agenzie interinali. La verità è che servono risposte sistemiche e questa provincia deve smettere di dire “no” a prescindere ad ogni iniziativa imprenditoriale. Ci sono troppi comitati, troppi gruppi che si oppongono ma non fanno il bene del territorio».

Altri numeri. Nella media 2014, lo stock di occupati si attesta sopra le 55mila unità, di cui 32mila uomini e 23,3mila donne. La quota dell’occupazione provinciale sul totale regionale è pari all’11,2 per cento. Settorialmente, l’industria, con 16mila occupati incide per il 30 per cento del totale, i servizi, con 37mila, per i due terzi. Seguono costruzioni (3mila) e agricoltura (2mila). Il tasso di occupazione ha registrato comunque una crescita al 62,5 per cento (+1,8 rispetto al 2013), con un incremento particolarmente elevato per la componente maschile (+2,8) e minore per quella femminile (+0,6).

E passiamo al tasso di disoccupazione complessivo che tocca il 8,7 per cento (+0,7 sul 2013), valore superiore a quello di tutte le altre province. «Così pure - aggiunge l’assessore Cecot - per il tasso di disoccupazione femminile (11,2 per cento) con un significativo aumento sul 2013. Il peggioramento del tasso di disoccupazione provinciale sembra riguardare unicamente le persone con 35 anni e più, mentre per i giovani, in particolare 15-29 anni, si osservano riduzioni significative».

Nel corso del primo bimestre 2015, in provincia di Gorizia le ore di cassa integrazione guadagni sono state 320mila, in drastica riduzione rispetto allo stesso bimestre del 2014. Si tratta di oltre 1milione di ore in meno. La dinamica tendenziale provinciale in direzione di un raffreddamento del ricorso allo strumento è risultata più intensa di quella complessiva regionale.

«Ma si tratta di un dato da prendere con le molle - evidenzia ancora Cecot -. La cassa integrazione cala perché... scade. Significa che non c’è più la possibilità di ricorrere a questo ammortizzatore sociale. Ecco perché non va letto come un dato positivo. Illuminanti saranno i prossimi dati sulla mobilità».

Sempre con riferimento al primo bimestre, l’incidenza provinciale della cassa sul totale della regione Fvg passa dal 21 per cento del 2014 al 9 per cento del 2015. Per quanto in netta flessione (-923mila), anche nel primo bimestre 2015 rimane preponderante il ricorso alla Cigs (236mila ore). A livello settoriale, si evidenzia la quasi totale concentrazione delle autorizzazioni per il manifatturiero (288mila), in particolare per le meccaniche (130mila), il tessile (131mila) e l’edilizia (28mila).
 

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