Allarme grandi obesi In un anno al San Polo eseguiti 58 interventi

Accreditamento per la struttura diretta dal primario Balani Operazione con la riduzione fino a due terzi dello stomaco
Di Tiziana Carpinelli
Altran MICHELE LUISE
Altran MICHELE LUISE

La Chirurgia generale dell’ospedale San Polo diretta dal primario Alessandro Balani sta per essere accreditata come Centro specializzato per la cura di grandi obesi. Il riconoscimento ovviamente interesserà il polo unico Gorizia-Monfalcone, anche se la maggior parte degli interventi eseguiti nel 2015 - ben 58 - si è svolta nel reparto cittadino. Uno dei criteri di selezione seguiti dalla Sicob, Società italiana di chirurgia dell’obesità con sede Milano, alla quale proprio ieri mattina Balani ha inoltrato l’incartamento, dopo aver apposto la firma in calce all’atto, è proprio l’elevato volume di attività, che ingloba diverse procedure: dall’applicazione endoscopica del palloncino intragastrico all’intervento chirurgico definitivo, con l’asportazione di due terzi dello stomaco.

Un fenomeno, quello del sovrappeso esasperato, che già nel 2011 veniva definito «in grande espansione nella nostra regione», con «dati allarmanti in continuo aumento». E davanti al quale una banale dieta, il moderato esercizio fisico, o ancora la psicoterapia e i farmaci (tutte soluzioni funzionali nel caso di un modesto appesantimento) si dimostrano spesso inefficaci o comunque non decisive. Non solo: più la situazione si complica, con l’acquisto di ulteriori chili, e più il rischio di complicanze per la salute risulta in agguato. È in questi casi, dunque, che entra in gioco l’équipe del professor Balani e la chirurgia bariatrica: quando tutte le tecniche convenzionali hanno fatto cilecca.

La fascia di massima specializzazione attribuita dalla Sicob prevede un numero di 100 interventi l’anno, la seconda - quella detenuta in Friuli Venezia Giulia solo dai due nosocomi triestino e pordenonese - 50. E visti i numeri superiori con ogni probabilità quello dell’Isontino sarà il terzo centro a sorgere. È un’attività complessa, che implica parecchio dispendio di risorse e coinvolge in uno speciale team diverse figure professionali oltre al chirurgo, quella costruita al San Polo per portare una persona afflitta da grave sovrappeso a una seconda vita. Indubbiamente più leggera.

«Il percorso da intraprendere dura mesi e richiede uno sforzo collaborativo da parte del paziente - sottolinea il Dirigente medico della Direzione sanitaria dell’ospedale Gorizia-Monfalcone, Michele Luise - che, debitamente informato, accetta di rientrare nell’iter di rieducazione alimentare. In questo lasso non opera solo il chirurgo, che va a ridurre l’assunzione di cibo tramite la diminuzione della capacità gastrica, ma anche il dietista, il fisioterapista, lo psicologo. Un gruppo di esperti che calibra un programma ad hoc».

A metà dicembre il team ha dovuto affrontare il difficile caso di una ronchese di 51 anni, che pesava 246 chili, ricoverata d’urgenza al San Polo per insufficienza respiratoria: complicanza di una broncopolmonite acuita dallo stato di obesità. Il suo trasporto in Terapia intensiva - la donna era in stato comatoso - ha richiesto l’intervento del 115 e la dotazione di particolari attrezzature: un materasso in grado di accogliere il corpo e un sollevatore per i trasferimenti.

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