Allarme aflatossina nel latte della Slovenia

Già bloccata l’attività in sei allevamenti nella regione di Kranj Sotto accusa il granoturco acquistato dalla Croazia
Darryl Williams pours a cold glass of fresh milk for a guest during a lunch break at his family's farm in Hatfield, Monday, Mass., May 21, 2007. The farm has been in the William's family since the 1600s. The average price paid to farmers for a gallon of milk last year was $1.16, while the cost to produce it in Massachusetts was about $1.60. Although milk prices are going up in the grocery store, farmers say that money isn't coming back to them because shelf prices are set by retailers. (AP Photo/Charles Krupa)
Darryl Williams pours a cold glass of fresh milk for a guest during a lunch break at his family's farm in Hatfield, Monday, Mass., May 21, 2007. The farm has been in the William's family since the 1600s. The average price paid to farmers for a gallon of milk last year was $1.16, while the cost to produce it in Massachusetts was about $1.60. Although milk prices are going up in the grocery store, farmers say that money isn't coming back to them because shelf prices are set by retailers. (AP Photo/Charles Krupa)

di Mauro Manzin

wTRIESTE

Allarme aflatossina in Slovenia. Già sei allevamenti di bovini dedicati alla produzione del latte sono stati chiusi dalle competenti autorità veterinarie perché è stata riscontrata la presenza della pericolosa tossina nel latte prodotto dalle mucche presenti nelle stalle. Le ultime quattro stalle sono state chiuse nella regione di Kranj. Secondo le prime indagini la causa della presenza dell’aflatossina nel latte dipende dall’alimentazione delle mucche, ossia la tossina è presente già nel cibo che viene ruminato dagli animali da latte. La prime due stalle chiusa si sono rifornite di granturco per le proprie mucche in Croazia perché lo scorso anno, a causa della grande siccità, la produzione del mais in Slovenia ha subito gravi perdite. Uno degli allevatori ha spiegato al quotidiano Dnevnik di Lubiana di aver effettuato l’acquisto del granturco attraverso la Cooperativa agricola di Crklje. Gli ispettori sanitari hanno subito ispezionato i silos in cui gli allevatori sloveni hanno stoccato il mais proveniente dalla Croazia ma tutto sembra regolare e quindi la causa della presenza della tossina andrebbe ricercata proprio in Croazia dove, dicono alcune fonti, il mais è rimasto accumulato per troppo tempo senza essere tempestivamente essiccato e ha quindi permesso all’aflatossina di formarsi. L’allevatore in questione, titolare della fattoria Jamšek che da alcuni giorni è costretto a buttare 1.700 litri di latte nel letame a causa dell’infezione, ha ordinato due partite di foraggio dalla Croazia di 25 tonnellate ciascuna ed entrambe erano corredate con i documenti sanitari che certificavano l’assenza della pericolosa tossina nel mais. Ma siccome la Slovenia ha importato granturco per gli allevamenti in maniera veramente massiccia lo scorso anno non è da escludere, se la causa va veramente ricercata nel granoturco croato, che l’epidemia sia destinata a crescere rischiando di mettere in ginocchio l’intero settore. Ricordiamo che il problema dell’aflatossina non è nuovo in Slovenia. Due anni fa sono stati gli importatori italiani di latte ad accorgersi della contaminazione di latte proveniente da Lesce (area di Bled). L’allevamento in questione certificò che la causa era dovuta al granturco e denunciò l’azienda che glielo aveva venduto ottenendo un risarcimento pari a 80mila euro. In Italia già da 10 anni i produttori di latte controllano attentamente la qualità del latte importato soprattutto per quanto riguarda la presenza di aflatossine. L’aflatossina B1 che è quella che le mucche assumono dal granturco contaminato si trasforma nel loro fegato in aflatossina M1 che si trasferisce nel latte prodotto dall’animale. L’aflatossina M1 è tossica per il sistema epatico, quello genetico dell’uomo ed è un pericoloso cancerogeno.

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