Alla scoperta di Aquilea preromana

L’Università di Udine vara un progetto in collaborazione con la Soprintendenza regionale
Di Elena Placitelli

AQUILEIA. Chi l’ha detto che Aquileia è soltanto una città di origine romana? Secondo l’Università di Udine e la Soprintendenza dei beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, Aquileia era famosa anche in età pre e protostorica. Lo dimostrerebbe pure il nome, per alcuni studiosi non di origine romana ma “venetica”, ossia legata alle popolazioni che durante l’età del ferro vivevano nell’attuale Veneto. Una vera e propria rivoluzione in campo archeologico.

La città che tutti conosciamo come romana e cristiana potrebbe dunque essere stata un punto nevralgico commerciale dall’età del rame (fine del terzo millennio) per tutta l’età del bronzo e fino ai primi secoli del primo millennio a. C., ossia fino all’età del ferro. Equivale a dire che nel 181 a.C. i romani. approdati ad Aquileia per dare i terreni ai veterani della guerra di Annibale, fondarono tutt’altro che una colonia nel deserto.

Nella Bassa friulana e in particolare nell’Aquileiese, sono innumerevoli le testimonianza archeologiche che avallerebbero questa tesi. E per la prima volta la sezione di Protostoria dell’ateneo friulano, insieme alla Soprintendenza per i beni archeologici regionali, ha espresso la volontà di fare di questa novità un progetto, scrivendo in sostanza un’altra pagina di storia.

I due enti sono partner per elaborare un piano di lavoro alla ricerca dell’Aquileia preistorica. Il progetto dev’essere ancora definito nei dettagli e con esso anche eventuali fondi da stanziare, ma verrà presentato a breve. A parlarne in anteprima a "Il Piccolo" è la professoressa Elisabetta Bornia, docente di Archeologia protostorica nell’area Mediterranea e dell’Egeo dell’Università di Udine, che coordina il laboratorio di Preistoria insieme alla professoressa Susi Corazza. «Esistono numerose tracce di materiale sporadico, soprattutto strumenti in pietra e rame che danno l’impressione che Aquileia sia stata un luogo importante fin dall’età del rame - esordisce Bornia-. Alcuni siti hanno restituito tracce di frequentazione antropica in epoca pre e protostorica. Ad esempio nell'area di Terzo d’Aquileia, dove negli anni '80 la Soprintendenza ha portato alla luce le ceramiche di un villaggio risalente all’età del bronzo: l’insediamento (ora interrato) si trovava sulla sponda di un corso d’acqua (l’attuale canale Anfora). Con questo progetto speriamo finalmente di trovare dell’altro».

Ad Aquileia fu poi l’archeologa Franca Maselli Scotti, già direttrice del museo, a scoprire negli anni '90 le tracce di un insediamento risalente alla prima metà dell’età del ferro. Il villaggio protostorico, costruito su una sorta di palafitta, giacerebbe proprio sotto l’Essiccatoio Nord, il centro visite incompiuto all’ingresso di Aquileia, già costato 11 milioni di vecchie lire. Tutte testimonianze che dimostrerebbero come la Bassa friulana sia stata interessata da un popolamento umano intenso e continuo. «L'ultima scommessa che ci poniamo con questo progetto - chiosa Bornia - sta nel capire se Aquileia sia stato un continuo crocevia di scambi anche dalla prima età del ferro. fino all'arrivo dei romani».

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