Alla Duca D’Aosta di Monfalcone il Premio Terzani

Il prestigioso riconoscimento ottenuto con due fiabe sui pesci dedicate al valore delle diversità. A realizzarle, i bambini di due classi della scuola primaria, che martedì hanno festeggiato assieme a insegnanti e genitori
Bonaventura Monfalcone-13.11.2013 Premio Terzani-Scuola Duca d'Aosta-Auditorium-Einaudi-Staranzano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-13.11.2013 Premio Terzani-Scuola Duca d'Aosta-Auditorium-Einaudi-Staranzano-foto di Katia Bonaventura

Sono pesci colorati e in grado di divertirsi assieme, anche se, di partenza, diversi. Come i bambini delle due classi della primaria Duca d'Aosta di Monfalcone, ora terza A e terza C, che, però, in questi anni hanno imparato a stare assieme, imparando e giocando, e hanno raccontato la loro storia attraverso le fiabe “Una storia di pesci... contenti” e “Pesci diversi”, costruite con la tecnica del collage e con i loro pensieri. Un lavoro nato nell'ambito dei laboratori artistici guidati dall'esperta esterna Antonella Del Bianco e realizzati grazie alla passione delle maestre e che alle due classi ha fruttato il primo premio del prestigioso concorso intitolato a Tiziano Terzani lo scorso maggio.

Le due fiabe sono state ora stampate e consegnate ai genitori nel corso di una grande festa martedì pomeriggio nell'auditorium dell'Isis Einaudi-Marconi, messo a disposizione per l'occasione del dirigente Marco Fragiacomo.

A fare gli onori di casa è stata Susanna Tessaro, dirigente dell'Istituto comprensivo Giacich di cui la Duca d'Aosta fa parte, che ha sottolineato l'importanza del risultato e del lavoro svolto dalle due classi, ringraziando il sindaco Silvia Altran per la presenza. «Noi tutti abitiamo a Monfalcone - ha detto Annamaria Furfaro, maestra della terza A, dove gli stranieri sono la maggioranza -, sede di un grande cantiere che dà lavoro a persone che provengono da tante parti diverse, d'Italia e del mondo. I nostri bambini sono specchio di questa realtà che a noi maestre ha richiesto di imparare un nuovo modo di fare scuola». Partendo da due parole chiave: conoscenza e condivisione.

«Non si deve fare finta che le differenze non esistano, ma si deve conoscerle - ha proseguito l'insegnante - per trovare dei punti di contatto e poi condividere delle regole e dei valori universali, quelli del rispetto, della tolleranza, della pace».

A chiudere la festa c'è stato un rinfresco interculturale, in cui le specialità italiane si sono incontrate sulla stessa tavola con quelle del Bangladesh, del Nord Africa e dell'ex Jugoslavia.

Laura Blasich

Argomenti:premioscuola

Riproduzione riservata © Il Piccolo