Alla Cuccia di Staranzano ricoverati 45 cuccioli di razza

Dopo l’operazione della Gdf al casello di Villesse. Le 140 bestiole ricoverate nei rifugi di tutta la regione. I cuccioli non si possono ancora adottare  
Uno dei cani ricoverati alla Cuccia (Bonaventura)
Uno dei cani ricoverati alla Cuccia (Bonaventura)

I 45 cuccioli di razza ricoverati alla Cuccia di Staranzano

STARANZANO I volontari dell'associazione La Cuccia sono da domenica sera impegnati nel garantire assistenza e cure a 45 cuccioli di cane che, assieme ad altri 140 piccoli, viaggiavano all'interno di un furgone proveniente dall'Europa dell'Est, stipati in una serie di gabbie e con di fronte a sé ancora un lungo viaggio.



I cuccioli sono stati affidati al rifugio di Dobbia, ed altre due strutture, di Trieste e Udine, dopo essere stati sottoposti a sequestro dalla Guardia di finanza di Gorizia, che nella giornata di domenica ha fermato il mezzo per un controllo a ridosso del casello autostradale di Villesse. I cagnolini, non destinati a quanto sembra al mercato italiano, erano dotati di microchip, ma l'età riportata sui certificati non corrisponderebbe a quella effettiva. I cuccioli che hanno trovato accoglienza alla Cuccia, come quelli collocati a Trieste e Udine, avrebbero dalle 4 settimane a un massimo di 2-3 mesi. I più grandi e nelle condizioni di salute migliori sono una decina in tutto tra bulldog francesi, samoiedo (più un alano e un bulldog inglese), mentre gli altri, tra i quali ci sono volpini, bassotti, barboncini, maltesi, schnauzer, hanno dovuto essere sistemati nei box al chiuso e riscaldati da lampade a infrarossi. Un cagnolino ha dovuto essere ricoverato in una clinica del territorio, dove ancora si trova, mentre un altro non ce l'avrebbe fatta.

«Il tempo è un fattore fondamentale per garantire la sopravvivenza al maggior numero possibile di cuccioli - ha detto ieri la presidente dell'associazione, Laura Grassi -. La magistratura deve fare il suo lavoro, ma se i cagnolini trovano una loro sistemazione in tempi stretti, si evitano i rischi dell'eventuale trasmissione di parassiti e infezioni». Per individuarle ieri mattina i cuccioli sono stati in ogni caso sottoposti ai controlli del personale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie.

«In questo momento i cuccioli non si possono visitare - chiarisce l'associazione anche sulla propria pagina Facebook -, né tanto meno affidare o prenotare per motivi burocratici».

Una richiesta che è stata finora rispettata, come quella di aiuto lanciata per fare fronte all'emergenza. In questi giorni numerosi cittadini hanno portato coperte, giornali, asciugamani, piatti di plastica, omogenizzati senza verdure, cibo per la convalescenza, crocchette per animali con problemi gastrointestinali. Le cure veterinarie sono a carico dell'associazione, salvo rimborsi, anche se l'Azienda sanitaria fornisce gli antiparassitari. Nella nuova sede, inaugurata a Dobbia a novembre, i volontari continuano inoltre a occuparsi dei cani adulti e anziani, al momento una decina, giunti alla Cuccia in seguito a cessioni o sequestri. L'ultima arrivata, Bella, una drahthaar, cioè un cane da ferma tedesco a pelo duro, di taglia medio-grande, approdata nel rifugio il 20 agosto dopo la cessione di un cacciatore, ha dovuto essere operata per un'infezione all'utero e ora si sta riprendendo. —


 

Argomenti:animalicuccioli

Riproduzione riservata © Il Piccolo