Alla Corte dei conti l'esposto della Cgil contro l’Authority

Il segretario regionale Belci segnala ai magistrati le modalità dei bandi per 4 nuove assunzioni. Il procuratore Zappatori fa sapere che sta esaminando i documenti che gli sono stati inviati
La sede dell'autorità portuale alla Torre del Lloyd
La sede dell'autorità portuale alla Torre del Lloyd

Dopo la “diffida” inviata direttamente all’Autorità portuale, il segretario regionale della Cgil, Franco Belci ha presentato un esposto alla Corte dei conti, «relativo ad alcuni aspetti, giudicati di mala amministrazione emersi nella gestione dell’ApT». Il procuratore della Corte, Maurizio Zappatori ha dichiarato che lo sta esaminando. Le contestazioni prendono di mira tre questioni in particolare: i bandi per 4 nuove assunzioni di cui i termini per le domande sono scaduti il 22 agosto, la posizione di segretario generale e infine le modalità relative alle richieste di concessione in Porto Vecchio, segnatamente per quella avanzata dalla Curia di Trieste. Secondo Belci, le procedure di reclutamento di personale adottate dalla Torre del Lloyd non hanno le modalità concorsuali della pubblica amministrazione alle quali però anche le Autorità portuali sono vincolate. Nell’esposto del sindacato si fa rilevare come «per alcune posizioni messe a concorso vi sono all’interno dell’ente numerosi soggetti, assunti a tempo determinato, che avrebbero titolo alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato in applicazione di principi di diritto già peraltro correttamente riconosciuti dall’ente in precedenti situazioni. Inoltre, per quanto riguarda la selezione per una posizione di Quadro B in possesso di laurea e esperienza in attività di comunicazione, presso l’ente opera da tempo una dipendente con gli stessi requisiti professionali oggi richiesti per partecipare alla selezione, assunta nel maggio 2010 e che attualmente risulta privata dei compiti per cui era stata assunta».

«Bandi illegittimi, l’Authority li revochi»
La Torre del Lloyd, sede dell'Autorità portuale di Trieste

Il segretario Belci osserva che «per preciso obbligo contrattuale le Autorità portuali in caso di necessità di copertura di posti disponibili o resisi vacanti, prima di procedere ad assunzioni, devono valutare la presenza in organico di esperienze professionali coerenti con la posizione da ricoprire: al proposito ricordo - afferma - che alcuni anni orsono il Tribunale di Trieste ha già accertato l’illegittimità di assunzioni effettuate prescindendo dalla valorizzazione di risorse interne.»

Nella deliberazione del 14 luglio con cui si dispongono le assunzioni, la presidente dell’Authority Marina Monassi premette che 8 dipendenti hanno confermato le proprie dimissioni irrevocabili dal servizio entro il 31 dicembre 2014 e insistono ulteriori 33 domande di dimissioni con effetto nell’arco del biennio 2014-2015. Già nella relazione del consigliere della Corte dei conti Claudio Gorelli relativa agli esercizi 2011 e 2012 vengono rilevate in relazione all’Authority triestina tre criticità: il superamento della pianta organica vigente nel ruolo della dirigenza, il mantenimento della partecipazione totalitaria in alcune società che gestiscono i servizi di interesse generale e le partecipazioni azionarie, l’ingente contenzioso relativo alla riscossione dei canoni demaniali pregressi.

Belci sottolinea anche che la Curia ha ufficialmente affermato che la richiesta di concessione in Porto Vecchio per realizzarvi una chiesa non comporta alcun coinvolgimento organizzativo e finanziario. Ma nell’esposto si rileva che in base al Codice della navigazione «le spese di istruttoria sono a carico del richiedente», «il concessionario deve corrispondere anticipatamente le singole rate del canone nella misura e alle scadenze determinate dall’atto di concessione» e «il concessionario deve depositare una cauzione il cui ammontare è determinato in relazione al contenuto, all’entità della concessione e al numero di rate del canone». «Dato che non ho ragione di dubitare delle affermazioni della Curia - chiude il segretario Cgil - si pone un quesito: su quale soggetto pesano questi costi obbligatori, oppure per quale ragione l’ApT ha ritenuto di soprassedere alla formalizzazione di quanto previsto dagli articoli di legge citati?»

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