Alla Cartiera Burgo scatta la mobilità per 119 dipendenti
Mancano 50 giorni alla scadenza del contratto di solidarietà e non si è concretizzato il progetto presentato da Spinoglio

L’unico, preoccupante dato concreto, che è uscito ieri pomeriggio dal confronto sulla Burgo di San Giovanni del Timavo, è che il gruppo cartario ha preannunciato la procedura di mobilità per 119 dipendenti dello stabilimento, su un organico attuale di 340. E’stato lo stesso responsabile del personale Burgo, Franco Montevecchi, a comunicarlo nel corso della riunione che si è tenuta presso la presidenza della Regione. Erano presenti il vicepresidente e assessore alle Attività Produttive Sergio Bolzonello, la collega con delega al Lavoro Loredana Panariti, i rappresentanti di Friulia, gli esponenti di Cisl-Cgil-Uil. Fuori dal palazzo un presidio di dipendenti Burgo. Assente, per impegni di lavoro, Giulio Spinoglio, titolare della Cartiera di Ferrara, l’imprenditore interessato a riconvertire la “linea 2”, passando dal patinatino editoriale al cartone da imballaggio: il suo progetto implica una scommessa da 45 milioni di euro. Montevecchi, accompagnato da Paolo Simonato, ha detto che ormai mancano cinquanta giorni alla scadenza del contratto di solidarietà, il cui termine ultimo è il 31 gennaio. La mobilità ha bisogno di 75 giorni per andare in onda, l’azienda avrebbe dovuto accendere le pratiche già dal 15 novembre, ma ha voluto attendere venti giorni in più nell’auspicio che la trattativa tra Regione e Spinoglio finalmente decollasse. Ma il decollo non è ancora avvenuto e alla Burgo, dove sono le banche creditrici a comandare, in questa fase è vietato perdere tempo e denaro: il risanamento finanziario sta procedendo, il debito è sceso a 500 milioni di euro, la volontà dell’amministratore delegato Ignazio Capuano è quella di insistere su questo percorso. Accendere la procedura di mobilità non significa automaticamente licenziare: significa preparare il terreno affinchè, se a gennaio non accade niente di positivo, partiranno le malaugurate lettere. Burgo ha fatto capire che, a fronte di una effettiva apertura di gioco sul fronte Regione-Spinoglio, non ci sarebbero ostacoli a prorogare il contratto di solidarietà fino a un massimo di 10 mesi. I sindacati hanno chiesto una moratoria della mobilità, per non avere la pistola dei licenziamenti puntata alla tempia. Ma Burgo non ha mollato, ritenendo che il pressing occupazionale possa accelerare le risposte della Regione a Spinoglio: il management del gruppo pensa, lontano dai microfoni, che siano andati persi perlomeno quattro mesi. Dal canto suo Bolzonello, insieme alla Panariti, ha ribadito - senza fare ancora cifre - l’impegno regionale per favorire l’investimento di Spinoglio. L’imprenditore ferrarese è stato invitato, in seguito all’incontro avvenuto il 30 novembre scorso, ad assolvere ai passaggi formali di carattere autorizzativo, per ottenere il Via (valutazione di impatto ambientale) riguardo la modifica della linea produttiva e per acquisire il supporto di Friulia. Secondo la nota regionale, che non riporta virgolettati dei due assessori, «la riconversione è ipotesi concreta». Ma i sindacati non nascondono la loro preoccupazione per la piega che sta prendendo il caso Duino. Preoccupazione espressa da Massimo Albanesi (Cisl), da Maurizio Goat (Cgil), da Antonio Rodà (Uil). La Cgil chiederà la convocazione di un tavolo al Mise e promuoverà un’iniziativa per l’ampliamento del Punto franco allo stabilimento di San Giovanni.
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