Alitalia rivendica lo stop dei voli e passa al contrattacco con Ronchi

La compagnia “denuncia” lo scalo Fvg agli organi di controllo. «Favorisce le compagnie straniere»

TRIESTE Poche righe per ribadire che i costi dei servizi di Trieste Airport sono eccessivi, tanto più in una fase di crisi economica. E per confermare, stavolta ufficialmente, che di un volo da Ronchi direzione Roma non si parlerà almeno fino al 31 agosto. Poi si vedrà. Alitalia interviene sullo scalo regionale a quasi un mese dall’ultima comunicazione. Nessuna buona notizia, anzi. Non solo non si riparte subito con i collegamenti con Aeroporto Fvg, cancellati anche su Milano da marzo causa Covid e mai riavviati, ma non si danno nemmeno troppe certezze sul futuro.

Se è vero che la compagnia dice di avere previsto la riattivazione dei voli con la capitale da Ronchi «dopo il 31 agosto», non viene annunciata alcuna data per il primo decollo. Ci si limita, a fine nota, all’auspicio che le interlocuzioni attualmente in corso «possano favorire il conseguimento dei presupposti per una pronta ripresa delle attività sull’aeroporto di Trieste». Non manca la giustificazione sul vuoto in agenda. «L’operatività del collegamento durante il mese di agosto – scrive Alitalia – avrebbe generato un’ingente perdita economica a causa dello stagionalmente basso livello di domanda combinato anche al mancato accoglimento da parte del gestore di Ronchi dei Legionari della richiesta di riconoscere alla compagnia di bandiera italiana condizioni di costo dei servizi aeroportuali in linea con quelle riconosciute alle compagnie straniere». Esattamente quanto riferito a giugno dalla stessa Alitalia. Con l’aggiunta ora dell’informazione sull’invio «ai vertici degli organi di controllo di evidenze circa la discriminazione economica con la quale viene assistita, circostanza presente nella maggioranza degli aeroporti italiani e incompatibile con gli interventi di efficientamento in atto».

Anche a Trieste Airport, tuttavia, le posizioni non cambiano. Marco Consalvo, l’amministratore delegato della società, ribadisce di avere trasmesso ad Alitalia, lo scorso 1 luglio, «un’offerta vantaggiosa, discussa con il direttore generale Giancarlo Zeni». Sembrava che l’accordo su due voli giornalieri Ronchi-Fiumicino fosse a un passo. E invece non c’è più stata risposta: «Zeni ci ha anticipato che avrebbe fatto un passaggio con il commissario Giuseppe Leogrande, ma da allora non abbiamo avuto riscontro. Non a caso Alitalia ha ritenuto di parlare di Trieste Airport direttamente ai media». Dopo di che, prosegue Consalvo, «se anche i voli partissero a settembre, è necessario metterli in vendita e serve perciò un’intesa. Altrimenti i problemi per noi aumenteranno, mentre a Venezia i collegamenti Alitalia stanno aumentando». Una situazione di stallo, dunque. In un contesto in cui dal governo arrivano solo generiche dichiarazioni sull’attenzione rivolta al dossier. Di qui la delusione di Massimiliano Fedriga. «Ho già avuto più volte un’interlocuzione con l’esecutivo sulla necessità di un ripristino dei collegamenti Alitalia con il Friuli Venezia Giulia – dichiara il governatore –, ma mi sembra di notare un disinteresse. E di questo me ne dispiaccio». Come l’assessore ai Trasporti Graziano Pizzimenti, anche il presidente della Regione definisce «inaccettabile che un’azienda che prende soldi pubblici, soldi dei cittadini anche del Fvg, si comporti in questo modo». Una via d’uscita? «Dividiamo i 3 miliardi stanziati per Alitalia rispetto gli abitanti del Friuli Venezia Giulia, ci lascino quei soldi – conclude Fedriga – e paghiamo noi altre compagnie aeree e facciamo collegamenti in tutto il mondo, non con Milano e Roma». —

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