Alifax, «Un modello di collaborazione fra industria e ricerca triestina»
TRIESTE «Alifax Research & Development è l’effetto diretto delle sinergie tra ricerca e impresa privata che la casa madre ha da sempre avuto con i centri di eccellenza della regione Friuli Venezia Giulia»: così Gianpiero Spezzotti, amministratore delegato sia del laboratorio fondato nel 2017 in Area Science Park, sia della casa madre Alifax. L’azienda veneta del biomedicale è leader internazionale nello sviluppo, produzione e distribuzione di strumentazione diagnostica clinica con una storia più che trentennale, 130 dipendenti in tutto e un fatturato di circa 34 milioni di euro.
«Anche il personale del laboratorio, cinque biotecnologhe altamente specializzate, si sono formate a Trieste, provengono soprattutto dall’Icgeb e hanno pubblicazioni scientifiche a livello mondiale». «Alifax srl - racconta il suo amministratore delegato - ha maturato l’esperienza nel settore dei diagnostici in vitro interpretando e anticipando le richieste del mercato con l’introduzione di tecnologie fortemente innovative grazie a un’infrastruttura tecnico scientifica consolidata che integra conoscenze nel campo dei test di laboratorio, dell’ingegneria e dell’informatica, da sempre caratterizzata da un forte orientamento verso la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica sostenuta da un programma costante di investimenti e detiene oltre 30 brevetti internazionali».
«Il crescente interesse verso l’innovazione si consolida nel 2017 - commenta Spezzotti - con l’apertura di una nuova realtà, Alifax Research & Development srl a Trieste in uno dei principali parchi scientifici e tecnologici territoriali, Area Science Park». La collaborazione tra l'azienda veneta e i centri di ricerca locali, in particolare il Cnr–Iom, laboratorio di ricerca con sede a Trieste, leader nel campo delle nanotecnologie e della nano-ottica e delle spettroscopie per lo studio dei materiali si è sviluppata sempre nell'ambito di progetti finanziati da fondi europei che ha dato vita a AntibiOttica un progetto che unisce tecnica, innovazione e ricerca per rivoluzionare le attuali procedure di diagnostica batteriologica. L’indagine batteriologica tradizionale si basa su tecniche colturali o biochimiche che richiedono manualità, strumentazione costosa e lunghi tempi di risposta per il paziente (2-3 giorni). Tecniche avanzate di spettroscopia sarebbero in grado di ridurre i costi e aumentare la selettività dell’analisi cellulare, ma sono ancora poco diffuse nei sistemi diagnostici industriali. AntibiOttica si inserisce in questo settore per produrre innovazione e garantire nuove soluzioni per i pazienti. Scopo del progetto è lo sviluppo di nuove tecnologie per l’indagine batteriologica, con particolare riferimento alle fasi di screening, identificazione batterica, test di sensibilità agli antibiotici. l.m.—
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